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(Foto di Walter Gorini)
L’Acqua S.Bernardo non demorde e si gioca tutte le carte fino alle ultime azioni. Ma a vincere è la capolista
Peccato. Cantù ci ha provato, ma con Udine non c’è stato niente da fare (89-85). Una S. Bernardo mai morta, ma che ha battuto contro la voglia di volare dell’Apu, che ora ha più di un piede in serie A, anche alla luce della sconfitta di Rimini. Sconfitta di Rimini che però tiene vivo il discorso secondo posto per i brianzoli.
L’ex di turno, Anthony Hickey, ha fatto i bambini con i baffi specie nell’ultimo quarto e ha rintuzzato tutti i tentativi di rientrare ed andare via della squadra di Nicola Brienza.
PalaCarnera tutto esaurito, come sempre accade. Con 3.500 voci a incitare i bianconeri di casa, visto che - conseguenze di restrizioni non condivise - il tifo organizzato biancoblù, e cioè gli Eagles, ha deciso di disertare la trasferta.
Acqua S.Bernardo, dunque, senza il sesto uomo. Un’assenza che pare pesare già alle prime schermaglie. All’Apu va tutto bene da tre (14 conclusioni in un quarto) e si vede sul primo tabellone: 27-16.
Parzialone che stroncherebbe chiunque, ma non questa Cantù, che ha la forza e la pazienza per reagire. Una prima volta nel quarto che porta all’intervallo lungo (44-37), ma soprattutto nel terzo, quando - dopo 30 punti realizzati - si porta sul 68- 67 grazie a una conclusione da due di McGee sulla penultima sirena.
Ci si gioca tutto in dieci minuti, quelli finali. E la S.Bernardo mette per la prima volta la testa avanti alla prima azione. Ed è nella prima parte che sale in cattedra l’ex Anthony Hickey: due conclusioni da tre consecutive e 76-73 al 35’.
È una battaglia tra americani: McGee da una parte, Johnson e Hickey dall’altra. Punto a punto anche al 38’ (80-79). Brienza si gioca Baldi Rossi per Basile. L’Apu prova a dare la spallata: 84-79 a 1’39” dalla fine. Ma è anche la fine, perché Cantù litiga con il canestro (e con gli avversari che tesorizzano la situazione dalla lunetta): 89-85.
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