Cantù, conto aperto con la sfortuna. Quasi mai al completo

In questa prima parte di campionato le assenze sono state una costante in casa biancoblù. È la principale attenuante per coach Devis Cagnardi

Cantù, manca sempre qualcosa. Soprattutto, manca sempre qualcuno. Cinque sconfitte accumulate dalla squadra di coach Devis Cagnardi e la prima parte di stagione non è ancora conclusa: non era mai successo nei due anni precedenti. Ma Cantù è comunque seconda - domenica però c’è lo scontro direttissimo a Torino - e, tra le attenuanti del caso in questa stagione, ce n’è una evidentissima.

Ossia, che Cagnardi non ha praticamente mai avuto la squadra al gran completo. E, anche nelle rarissime volte in cui l’ha avuta, c’è sempre stato qualche fattore di disturbo – vedi infortuni o indisponibilità di vario tipo – a compromettere le gare successive.

Un roster con una o più assenze è una costante di questa stagione. E bisogna mettersi, per una volta, anche nei panni di un allenatore catapultato in prima squadra a pochi giorni dal via, alla guida di una formazione che non ha plasmato a sua immagine e somiglianza, in quanto “ereditata” da coach Meo Sacchetti. Ma anche alle prese con recuperi, inserimenti, continui “stop and go” che hanno portato Cantù a una – per citare Cagnardi - «disomogeneità atletica». E, sempre per citare il tecnico, sebbene conscio di queste problematiche, ha sempre detto che «siamo abbastanza per competere e per vincere».

Basta scartabellare i tabellini delle partite per vedere che, fin dall’inizio, Cantù ha dovuto rinunciare a un giocatore sulla carta importante come Cesana. Importante per il suo valore riconosciuto in A2 e per quel che rappresenta a livello di immagine e di attaccamento alla maglia.

Praticamente inutilizzato, per via di una fascite plantare. Ha giocato 11’ alla prima giornata contro Cremona, è tornato due mesi e mezzo dopo a Roma. Ma è chiaro che il giocatore non sia ancora pronto al 100%, se è vero che nelle tre partite disputate dal suo ritorno ha disputato poco più di 10’, senza segnare ancora un solo punto.

Cantù ha avuto problemini qua e là (un’assenza di Tarallo all’andata contro Roma, Hickey non al meglio contro Latina al ritorno per via di un problema gastrointestinale), ma ha avuto un’altra batosta alla vigilia della trasferta ad Agrigento (partita persa), con la microfrattura al perone di Baldi Rossi: un mese e rotti fuori.

Dalla decima giornata, Cantù ha avuto un po’ di respiro con l’arrivo di un Moraschini integro, ma da portare in condizione: due partite, e subito uno stop per influenza contro Cremona, per un totale di tre assenze contemporanee con quelle di Baldi Rossi e Cesana.

Il resto è storia recente. Si pensava che il peggio fosse ormai alle spalle, quando a Roma per il “Bianchini-Day” la S.Bernardo Cinelandia ripropose a referto anche Baldi Rossi e Cesana.

Niente da fare, anche in quell’occasione si scavigliò Bucarelli, non ancora del tutto a posto a tre settimane dall’infortunio. Con l’esterno toscano a mezzo servizio, altra tegola contro Trapani: infortunio alla caviglia per Burns. Un conto aperto con la sfortuna, in attesa di tempi migliori.

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