Cantù è una squadra da ricompattare

Basket serie A2 La quarta sconfitta di fila in due settimane ha messo a nudo tutti i problemi del momento

Nel poker di sconfitte incassate nelle ultime due settimane, il 77-81 con Forlì è quella che lascia più amarezza in casa Acqua S.Bernardo. Come dimostra il finale in volata, i brianzoli avrebbero potuto vincerla, ma così non è stato e si sono riproposti i soliti demoni dell’ultimo periodo. Non sono bastati l’appello all’unità e le le buone prestazioni di McGee e Hogue.

Che sarebbe stata una partita tirata, lo si era intuito dalla vigilia, anche alla luce della stagione fin qui a due facce dei forlivesi, capaci di alternare vittorie convincenti a flop clamorosi, proprio come Cantù. Grande equilibrio nei primi due quarti con percentuali bassissime dall’arco, ma una buona intensità. Cantù si affida a McGee e a qualche folata di un De Nicolao in flessione e di un Okeke non ancora al top. Per l’Unieuro, invece, tante penetrazioni e le presenze costanti nel pitturato di Pascolo e Magro.

La maledizione del terzo quarto

Il 42-40 canturino dell’intervallo è tutt’altro che un’ipoteca, anche perché la sensazione dopo 20’ è che chi si sblocca da tre al rientro in campo, la porta a casa.

Per esorcizzare la maledizione dei terzi quarti anche coach Nicola Brienza si unisce al riscaldamento prima del 3° quarto. Non basta neppure questo, perché l’Acqua S.Bernardo parte sì con grinta, ma Forlì si sblocca da fuori con Perkovic e Parravicini, mentre Pascolo continua a pungere sotto canestro. Il 17-25 di Forlì non fa rumore come il 9-23 con Rieti, il 25-9 a Milano o il 23-7 del PalaDozza, ma fa comunque male.

Hogue e McGee la tengono in vita nella quarta frazione, mentre altri canturini tradiscono e non partecipano all’assalto. I due americani meriterebbero un monumento, ma la guardia resta a corto di fiato, mentre Hogue è un disastro ai liberi. Ancora una volta non basta, perché se i veterani di Forlì fanno la differenza (Pascolo e Cinciarini), tra le file brianzole Baldi Rossi e Moraschini non incidono davvero mai. Se aggiungiamo anche il periodo no di Basile, il quadro si fa ancora più sconfortante. La volata finale premia gli ospiti, con Cinciarini e Perkovic che i liberi li sanno tirare e Desio che diventa terra di conquista per la terza volta in poco più di un mese.

Baldi Rossi e Moraschini

Brutta l’immagine del capitano Baldi Rossi che non si assume mai la responsabilità di un tiro pesante o guarda uscire dal campo un assist d’oro di McGee. Bruttissima quella di Moraschini che durante il giro di campo si mette a litigare con un tifoso. Nel frattempo Udine scappa e si presentano ai piani alti nuovi concorrenti. C’è da dire che mancano tante partite, ma il rischio che la situazione sfugga di mano c’è, complice l’aura negativa che si sta insinuando nell’ambiente.

Oltre agli equivoci da chiarire, come le situazioni di Burns e Possamai nel reparto lunghi, c’è una squadra da ricompattare. Gli obiettivi prioritari sono: recuperare Basile e De Nicolao, mettere minuti nelle gambe di McGee e far trovare la condizione a Okeke.

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