Cantù, la parola alla difesa. Piccoli: «Lì siamo forti»

Analisi «Con i giocatori che ci sono, è importante che la difesa sia al top, per tenere gli avversari sotto una certa soglia di punti»

La Cantù che difende e vince è un messaggio di speranza per il prossimo futuro. E siccome grande difesa, molto spesso fa il paio con vittorie, viene da pensare che coach Nicola Brienza abbia davvero scoperto l’acqua calda, dal momento che prima d’ora la difesa è stato un dettaglio non sempre convincente. Dopo sette partite, Cantù ha la miglior difesa della A2.

«Ma il coach, fin dal primo allenamento, ci ha assicurato che saremmo stati presto la miglior difesa».

La rivelazione è del difensore per eccellenza, quel Matteo Piccoli che si sta facendo apprezzare in generale, ma che spicca spesso per come riesce a contenere gli avversari più pericolosi. Poi, spiega il concetto: «Con i giocatori che ci sono, è importante che la difesa sia al top, per tenere gli avversari sotto una certa soglia di punti. È il primo passo per vincere». Piccoli è uno dei migliori interpreti di questa vocazione difensiva della squadra: «Sono stato preso anche per questo, poi ovviamente mi piace anche aiutare la squadra con l’esempio o un consiglio. La realtà è che tutti, con l’esperienza e con le proprie caratteristiche, stanno dando un grande contributo. Io? Non stavo tirando benissimo effettivamente, ma le tre triple contro Cento mi hanno risollevato nelle medie. Il mio obiettivo sono difesa e tre punti, stavolta è andata bene anche la seconda parte».

E se difendere aiuta a vincere, dal punto di vista di chi la A2 l’ha già vinta due anni fa con Cremona, cosa significano queste sei vittorie consecutive? «Le vittorie sono un campione parziale, ma si sa: vincere aiuta a vincere. Siamo solo all’inizio e, nonostante questa striscia, siamo ancora circondati. Il campionato è combattutissimo, con tante sorprese, con qualche squadra sotto le aspettative, ma con un alto livello di competitività». Vincere serve a tanto, anche all’inizio: «Vincendo, si trova più fiducia si e sistemano i dettagli. In un campionato come questo, vincere conta sempre. Ma sarà nelle sconfitte che si vedrà la nostra vera forza e che squadra siamo: la differenza tra una squadra che ottiene i suoi obiettivi e una che non ci riesce, spesso sta tutta lì».

Venerdì Cantù affronterà la trasferta a Cividale: «Per sarà un debutto e non sarà facile: tante hanno squadre hanno perso lì, ultima Udine. Significa che sulla carta possono battere tutti, Non ci sarà McGee, ma abbiamo Baldi Rossi: il nostro compito è adattarci a cose nuove senza stravolgere le nostre idee. Anche questo può fare la differenza in un campionato».

Chi temere dei friulani? «I pericolo numero 1 è… l’allenatore. Pillastrini sa lavorare con i giovani e lì non mancano. A me poi toccherà marcare un campione come Redivo, con l’obiettivo di abbassargli le medie. E attenzione al mio amico Rota: se gioca da anni 30 minuti a partita, un motivo ci sarà».

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