Cantù: Possamai non vede l’ora
«Sono gasato, orgoglioso e fiero»

Basket A2 Il “centrone” di 2.12 centimetri sarà uno dei volti nuovi dell’Acqua S. Bernardo

«Gasato, orgoglioso e fiero di questa scelta». C’è entusiasmo nel tono di voce e nella scelta delle parole operata da Luca Possamai.

Sarà per la giovane età – ha compiuto 23 anni a maggio –, sarà che la stagione che sta per iniziare può essere determinante per la sua carriera, ma il nuovo centro italiano di Cantù sembra davvero su di giri.

Non ha ancora vissuto la città e ha conosciuto poche persone dell’ambiente: una toccata e fuga dal preparatore “Sam” Bianchi per due indicazioni sulla preparazione pre-raduno.

Possamai sarà uno dei volti nuovi della squadra e arriva in prestito dalla Reyer Venezia questo centrone di 212 centimetri.

Un centro italiano al 100%, come non se ne vedevano da un bel po’ a Cantù. Parte, sulla carta, come cambio del centro titolare – al momento Christian Burns -, ma è pronto a giocarsi tutte le sue carte.

«Il massimo»

Consapevole che lo aspetta una stagione cruciale: «Ho fatto i miei primi tre anni in A2 a Chiusi, in una squadra normale. Ho fatto del mio meglio, sono cresciuto, ma ora si cambia visione: gli obiettivi a Cantù sono alti, il massimo che si possa chiedere in questa categoria».

I numeri dicono che a Chiusi si era ritagliato un posto importante in squadra. A Cantù, non partirà in prima fila: «La squadra sembra composta da grandi giocatori. Il posto qui me lo dovrò sudare tanto. Spero di allenarmi e giocare al meglio delle mie possibilità e farò di tutto per crescere. È vero, a Chiusi ho giocato da protagonista. Qui dovrò guadagnarmi tutto partendo dalla panchina».

C’è una società, la Reyer, che l’ha cresciuto e che crede tanto in lui, come ha confermato nei giorni scorsi a “La Provincia” il presidente veneziano Federico Casarin («ora ha la possibilità di compiere un ulteriore salto di qualità. Per poter confermare le sue ambizioni ed è per ciò che noi abbiamo deciso di investire su di lui», ha detto), un legame profondo confermato dallo stesso giocatore: «Ho la Reyer nel cuore . aggiunge -, sono cresciuto lì, facendo tutta la trafila nelle giovanili, dando una mano negli allenamenti e debuttando in A. È la mia “casa madre”, in tutto e per tutto. A loro devo il mio percorso e sono felice di ritrovare “capitan” De Nicolao».

«Brienza ottimo allenatore»

Ora la nuova sfida a Cantù con coach Brienza: «Ci siamo parlati, è un ottimo allenatore che arriva dopo un’annata super a Pistoia. Ha molte aspettative su di me e spero di ricambiare. Ho visto i playoff contro Trieste: sono certo che una squadra che chiude così avanti una stagione sia carica per fare un campionato ancora migliore».

Tra l’altro, i lunghi italiani sono sempre più una merce rara, come si spiega? «È un problema, è vero, soprattutto nei lunghi giovani: siamo in pochi. Se guardiamo i roster di A2, i lunghi sono tutti esperti e, quando termineranno la loro carriera, i lunghi saranno mosche bianche».

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