
( foto walter gorini)
La terza bocciatura in una decina di giorni ha gettato nello sconforto l’ambiente, dentro e fuori il gruppo. Squadra ancora una volta a due facce e il nuovo crollo nel terzo quarto: serve una terapia d’urto. I meriti di Bologna
La terza bocciatura consecutiva in una decina di giorni ci consegna un’Acqua S.Bernardo Cantù confusa e sempre più smarrita nelle sue inquietudini. Non c’è nulla da salvare nel 74-57 del PalaDozza, anche se Rimini fa ancora un favore ai brianzoli affondando a Brindisi.
Sì, la vetta è solo a quattro punti, ma nel frattempo sono risalite Cividale e Fortitudo, quest’ultima rigenerata dalla cura di Attilio Caja. Meglio comunque non fare calcoli, perché la Cantù di piazza Azzarita appare ben lontana da una pronta guarigione, anzi è ricaduta negli stessi errori commessi con Rieti e Urania.
Ancora una volta una squadra a due facce, capace per lunghi tratti del primo tempo di mettere in campo una discreta difesa e delle buone soluzioni al tiro, soprattutto con Fabio Valentini e i due ex virtussini Filippo Baldi Rossi e Riccardo Moraschini, punzecchiati per tutto il match dalla curva intitolata al leggendario Gary Schull.
Un bagliore di luce, nonostante l’harakiri iniziale del rientrante Tyrus McGee, costretto a uscire per tre falli dopo due soli minuti sul parquet. Poco più di un’illusione, dettata anche dal primo quarto d’ora orrendo della Fortitudo al tiro.
Quando però i locali iniziano a carburare, ecco il passaggio dal più 15 canturino al 33-37 dell’intervallo firmato dall’ex Pietro Aradori. È l’anticamera dell’ennesmo crollo del terzo quarto, un incubo che si ripete e che questa volta porta la firma della vecchia volpe Caja.
Il guru pavese non tradisce la sua filosofia cestistica, artigliando la vittoria grazie alle genialate difensive e all’intensità. Se Grant Basile è stato il migliore dell’andata con 26 punti a referto, questa volta la marcatura di Fabio Mian lo imbriglia a soli otto punti. La Effe di gennaio non è l’Armata Brancaleone di Devis Cagnardi e il 23-7 ne è la dimostrazione.
Cantù scompare di scena, mentre Deshwan Freeman domina a rimbalzo (15) e le bocche da fuoco dell’Aquila iniziano a martellare con costanza. Eppure con tutti i limiti dimostrati, Cantù riesce a tornare a contatto a inizio della quarta frazione, quando McGee approfitta di un paio di dormite della difesa bolognese per il meno sei ospite.
Qui si chiude il match, perché Caja riesce a ricompattare i suoi, mentre l’Acqua S.Bernardo si perde di nuovo nei suoi limiti di questo momento. Emergono diversi interrogativi, come la sterilità offensiva (due gare sotto i 60 punti), le dormite nei terzi quarti e la poca aggressività sotto canestro.
La bilancia dei rimbalzi dice 41-33 per i bolognesi e i lunghi canturini a secco. Ne esce bene la Fortitudo che adesso si candida per la corsa al vertice e attende il rientro di Kenny Gabriel. Cantù, invece, oltre a fare i conti con i giustificati mal di pancia dei tifosi, deve trovare una terapia d’urto immediata per uscire da una crisi conclamata.
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