Cantù, sono incubi che si ripetono

La terza bocciatura in una decina di giorni ha gettato nello sconforto l’ambiente, dentro e fuori il gruppo. Squadra ancora una volta a due facce e il nuovo crollo nel terzo quarto: serve una terapia d’urto. I meriti di Bologna

La terza bocciatura consecutiva in una decina di giorni ci consegna un’Acqua S.Bernardo Cantù confusa e sempre più smarrita nelle sue inquietudini. Non c’è nulla da salvare nel 74-57 del PalaDozza, anche se Rimini fa ancora un favore ai brianzoli affondando a Brindisi.

Sì, la vetta è solo a quattro punti, ma nel frattempo sono risalite Cividale e Fortitudo, quest’ultima rigenerata dalla cura di Attilio Caja. Meglio comunque non fare calcoli, perché la Cantù di piazza Azzarita appare ben lontana da una pronta guarigione, anzi è ricaduta negli stessi errori commessi con Rieti e Urania.

La difesa non basta

Ancora una volta una squadra a due facce, capace per lunghi tratti del primo tempo di mettere in campo una discreta difesa e delle buone soluzioni al tiro, soprattutto con Fabio Valentini e i due ex virtussini Filippo Baldi Rossi e Riccardo Moraschini, punzecchiati per tutto il match dalla curva intitolata al leggendario Gary Schull.

Un bagliore di luce, nonostante l’harakiri iniziale del rientrante Tyrus McGee, costretto a uscire per tre falli dopo due soli minuti sul parquet. Poco più di un’illusione, dettata anche dal primo quarto d’ora orrendo della Fortitudo al tiro.

Quando però i locali iniziano a carburare, ecco il passaggio dal più 15 canturino al 33-37 dell’intervallo firmato dall’ex Pietro Aradori. È l’anticamera dell’ennesmo crollo del terzo quarto, un incubo che si ripete e che questa volta porta la firma della vecchia volpe Caja.

Il guru pavese non tradisce la sua filosofia cestistica, artigliando la vittoria grazie alle genialate difensive e all’intensità. Se Grant Basile è stato il migliore dell’andata con 26 punti a referto, questa volta la marcatura di Fabio Mian lo imbriglia a soli otto punti. La Effe di gennaio non è l’Armata Brancaleone di Devis Cagnardi e il 23-7 ne è la dimostrazione.

Cantù scompare di scena, mentre Deshwan Freeman domina a rimbalzo (15) e le bocche da fuoco dell’Aquila iniziano a martellare con costanza. Eppure con tutti i limiti dimostrati, Cantù riesce a tornare a contatto a inizio della quarta frazione, quando McGee approfitta di un paio di dormite della difesa bolognese per il meno sei ospite.

Persa nei propri limiti

Qui si chiude il match, perché Caja riesce a ricompattare i suoi, mentre l’Acqua S.Bernardo si perde di nuovo nei suoi limiti di questo momento. Emergono diversi interrogativi, come la sterilità offensiva (due gare sotto i 60 punti), le dormite nei terzi quarti e la poca aggressività sotto canestro.

La bilancia dei rimbalzi dice 41-33 per i bolognesi e i lunghi canturini a secco. Ne esce bene la Fortitudo che adesso si candida per la corsa al vertice e attende il rientro di Kenny Gabriel. Cantù, invece, oltre a fare i conti con i giustificati mal di pancia dei tifosi, deve trovare una terapia d’urto immediata per uscire da una crisi conclamata.

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