Capolinea Cagnardi. Tocca a Brienza (insieme a Santoro)

Basket Sono le ore della separazione dal tecnico che paga la mancata promozione in serie A. E la conferma del gm apre le porte al grande ritorno

È andato per le lunghe ieri il consiglio di amministrazione di Pallacanestro Cantù. L’ultimo della vecchia gestione, che apre le porte alla nuova era. Per una svolta totale. Che cambierà il modo d’intendere e di fare, da qui in avanti. In pratica, nella prima parte dei lavori, l’assemblea, preso atto della rinnovata compagine societaria (40% della proprietà a Cantù Next, 40% a Cantù Sports Holding e 20% a Tutti insieme Cantù), ha presentato in blocco le dimissioni, aprendo così al nuovo board, che si è riunito immediatamente dopo, tirando sera, tra componenti in presenza e da remoto.

Finisce dunque la gestione Tic, la compagine di azionariato popolare che ha traghettato la società fin qui, tirandola fuori dalle pastoie dell’avventura Gerasimenko. Resterà comunque in consiglio con il suo presidente Angelo Passeri.

Oggi l’ufficialità del cda

Per un consiglio che - e nella sua interezza lo conosceremo soltanto oggi, compreso un mister X segreto - per volere dei nuovi soci, passerà da sette a nove elementi. Aprendo le porte al ritorno nell’area sportiva di Andrea Mauri, ad di Cantù Next e Cantù Arena, e alle novità costituite da Lorenzo Longhi, amministratore unico di Csh, e Antonio Munafò, presidente di Cantù Arena e fondatore del Progetto Giovani Cantù.

Sarà un apparato, al di là dei numeri, molto più strutturato. Avrà una parte sportiva importante e una organizzativa di marketing e immagine molto più forte. Il tutto guidato ancora una volta da Roberto Allievi, acclamato presidente e che a questo punto con certezza arriverà al taglio del nastro dell’arena.

A capo della piramide sportiva sarà il general manager Sandro Santoro, il cui contratto è stato rinnovato e che godrà di pieni poteri, tanto da ridurre, presumibilmente, l’opera del cda stesso. Soprattutto una volta che obiettivi e budget saranno chiari.

Da oggi, dunque, si pensa ufficialmente all’allestimento del nuovo “gruppo squadra”, inteso nel senso più lato del termine, tutti gli staff compresi. Non è escluso che Santoro, nella prima parte del nuovo mandato, possa azzerare ogni componente. Per poi ripartire, tra conferme e novità.

Tra le novità, la prima, ed è ormai certo, riguarda la guida tecnica. Come era prevedibile, a pagare, sarà Devis Cagnardi. Una scelta - anche dal punto vista umano e del vissuto personale - sofferta. Molto sofferta. E impietosa, come fu per Marco Sodini e Romeo Sacchetti, ma figlia del risultato.

Non vincere a Cantù, ormai lo si è capito, corrisponde a un fallimento. Purtroppo influisce anche quanto che sta accadendo intorno (con il miracolo imprenditoriale della nuova arena) e tempo per avere... tempo non ce n’è mai.

Toccherà, anche qui sono ormai caduti i veli, a Nicola Brienza. La miglior scelta possibile. Perché l’Acqua S. Bernardo (a proposito il title sponsor è pronto ad annunciare quanto già anticipato, e cioè il prolungamento del contratto) ingaggerà il miglior allenatore dell’ultima serie A. Una perla che va a incastonarsi nella collana - anche sentimentale - del ritorno a Cantù di un tecnico di Cantù. Al pari di Pino Sacripanti - che i biancoblù troveranno da avversario sulla panchina dell’ambiziosa Pesaro -, l’unico che sul biglietto da visita ha ben impresse queste condizioni di partenza. Non di poco conto, comunque.

Il via libera

Il via libera a Brienza, toglie il tappo anche al mercato. Senza un minimo di certezza, sarebbe stato impossibile impostare qualunque strategia. Adesso, invece, si seguiranno le indicazioni del nuovo coach, uno che - non dimentichiamocelo - ha vinto da underdog l’A2 dell’anno scorso, partendo dal quinto posto in griglia e riportando in alto Pistoia.

L’arrivo di Brienza sulla panchina canturina e la quasi certezza di un budget importante hanno scatenato i desideri di addetti ai lavori e manager. Uno dei nomi più in voga delle ultime ore è quello di Andrea Cinciarini (37 anni), bandiera di Pesaro e che Pino non mollerebbe per nulla al mondo. Ma l’idea di riportarlo a Cantù, dopo gli anni ad altissimo livello, è alquanto suggestiva.

Così come quella che accosta il volto di Jeff Brooks, altro ex in uscita da Venezia, a un potenziale braccio di ferro con Varese per accaparrarsi i servigi del trentacinquenne. Discorsi, per entrambi, ancora prematuri.

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