Cesana: «Cantù è casa mia e qui ci giochiamo il quarto posto»

Intervista «Torno a casa, dove sono cresciuto e ho giocato. Non posso che essere felice»

«Torno a casa, dove sono cresciuto e ho giocato. Non posso che essere felice, anche perché voglio dimostrare alla gente canturina che non sono quello che ha visto l’anno scorso». Pensi a Cantù-Urania e non puoi che arrivare a lui, Luca Cesana da Albavilla. Ma biancoblù dentro, per quello che ha fatto con questi colori addosso, dallo scudetto Under 20 con il Pgc in avanti. Quella di domenica, non ce ne vogliano gli altri, sarà La (l rigorosamente maiuscola) sua partita.

Come va, Luca?

Con le scatole un po’ girate per il modo nel quale abbiamo perso le ultime due partite. Con Forlì allo scadere e con Avellino con in mano la palla per vincere.

Da Cantù alla metropoli...

A Milano, inteso come Urania, si sta bene: non troppa pressione e nemmeno tante aspettative. Dopo l’anno scorso, ci voleva.

In che senso?

Nel senso che sto lavorando bene, senza intoppi. E che, partita dopo partita, mi sento sempre meglio. Soprattutto mi trovo bene con il gruppo.

Un’Urania che è lassù in classifica, con tutte le migliori della categoria.. Te l’aspettavi?

Siamo partiti un po’ al coperto, senza troppe ambizioni. L’obiettivo dichiarato era chiudere nelle prime 12 e giocare i playin. Poi ci siamo accorti che ci stiamo anche ad altri livelli e allora sì che adesso guardiamo alle prime sei per entrare dritti nei playoff.

Fin qui come è va?

Tutti, nel nostro ambiente, siamo soddisfatti. Anche perché quando si è perso è successo di pochissimo.

Quella di domenica non sarà una partita normale...

Sarà una bella emozione giocare davanti al pubblico di Cantù, che è stato anche il mio, ad amici e parenti. In più sarà una gara importante per la classifica, visto che ci giochiamo il quarto posto e la Coppa Italia.

E a livello di squadra?

C’è tanta voglia di riscatto, dopo le ultime uscite, questo darà una spinta in più. Naturale che io speri che a vincere tocchi proprio noi.

Anche l’Acqua S. Bernardo ci arriva dopo una sconfitta inaspettata, soprattutto alla luce del divario finale.

Saranno affranti, al pari nostro. Ma, come noi, saranno animati da una grande voglia di riscatto, quindi potrebbe uscirne una bella partita.

Con l’aggiunta del nuovo straniero, che avversaria pensi di trovarti di fronte?

Bell’interrogativo, davvero. Bisognerà vedere quanto potrà dare subito Dustin Hogue e che impatto avrà sulla chimica di squadra. Di certo Cantù è la squadra che tutti davano come protagonista assoluta alla vigilia e io sono convintissimo sia ancora così e che possa tornare presto a essere davanti. Mi incuriosisce sapere con quante sconfitte in stagione regolare si può vincere il campionato.

Che squadra si troverà di fronte Cantù?

Una che ha in Ale Gentile il punto di riferimento, anche in relazione al suo vantaggio fisico contro ognuno degli avversari in A2. Con io, Potts e Amato che usciamo dai blocchi per tirare da tre. Con Maspero che crea, Leggio e Pagani che ci danno una grande mano. Gioco interno ed esterno, dunque. Ma soprattutto un roster con ruoli ben chiari, uno dei punti fermi che ci ha fatto fare bene fin qui.

E Cantù? È lì dove te l’aspettavi?

Che dire? È in alto dove deve essere, anche se francamente avrei pensato a un paio di sconfitte in meno. Ma ci sta, il campionato è difficile, così come è difficile ogni partita. Ad esempio non mi aspettavo l’exploit di Cividale.

Regna, insomma, un grande equilibrio.

Questo è certo, anche perché non vedo e non c’è la Trapani della passata stagione. Anche per Rimini potrebbe essere difficile confermarsi a questi ritmi: fin qui, non dimentichiamocelo, ha avuto una prima parte di campionato favorevole anche per le tante partite giocate in casa rispetto a quelle in trasferta.

Le sfide con Cantù sono quelle che hai segnato in rosso fin dall’inizio della stagione?

Sono quelle che sono andato subito a vedere quando fossero, mi pare il minimo, direi. Qui sono nato e cresciuto cestisticamente. Ho un rapporto speciale con tutto l’ambiente e la voglia di fare bene, perché c’è la gente che conosco. E poi vorrei tanto dimostrare a tutti che non sono quello dell’anno scorso, in un campionato tribolato e per più di una situazione.

E con gli States come vanno i contatti? Non che noi si pensi a un suo sbarco in Nba, ma il riferimento è alla pallavolista Beatrice Negretti, la sua fidanzata, che adesso gioca lì...

Lei è molto contenta, ha passato bene la prima parte di esperienza.

In attesa del campionato...

Sì, inizieranno il 14 gennaio e andranno avanti fino ad aprile. Diciamo che la cosa positiva è che è già trascorso un mese, volato davvero. E che, in proiezione, tra gennaio e febbraio giocheremo tredici partite e quindi passerà ancora più velocemente.

Possibilità che - in un periodo o nell’altro - vi vediate?

Escluso. Gli impegni sportivi non ce lo permettono. Dobbiamo accontentarci di sentirci tutti i giorni.

E di vederla, visto che Beatrice è parecchio attiva su Instagram e possiamo conoscere ogni segreto dell’esperienza a stelle e strisce...

Questo l’avete detto voi, però...

Torniamo a domenica: come si sta organizzando la curva Cesana?

Non ne ho idea, ma me lo immagino. Con mamma che sarà a rastrellare ogni biglietto possibile per portare tutti. Una cosa, ovviamente, che mi fa un enorme piacere.

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