Cesana non è un addio: «Magari ci sarà un’altra chance»

Intervista Dopo il passaggio all’Urania: «Magari non sono riuscito a dimostrare il mio valore. Ogni allenatore poi ha le proprie idee

Certo, poteva e “doveva” andare meglio. Ma quando si combatte contro una lunghissima fascite plantare per sei mesi e, quando il peggio sembra passato, arriva anche una scavigliata, non si può pretendere troppo.

Sognava ben altro Luca Cesana, play-guardia di Albavilla per la stagione del gran ritorno alla base, alla Pallacanestro Cantù, dove è cresciuto cestisticamente. Non è andata come da aspettative e le parti hanno deciso di salutarsi.

Da pochi giorni, il giocatore – 27 anni appena compiuti – ha firmato in A2 con l’ambiziosa Urania.

Carico come non mai Cesana non vuole lasciare nulla di intentato: «Voglio arrivare tirato a lucido al raduno e sono già in ottima condizione. Il peggio è alle spalle, sto bene, è un’estate di grande lavoro. Mi sto allenando cinque volte a settimana ad Albate con Gianni Lambruschi, con me ci sono anche Nwohuocha, Mattia Molteni, Matteo Fioravanti e Tommaso Lanzi».

Ha firmato per l’Urania, contro Cantù sarà “derby”: «Mi hanno prospettato un bel ruolo. Dovrei partire dalla panchina, come sesto uomo e primo cambio degli esterni. Coach Cardani mi vuol far giocare e tirare e so che ha un’ottima considerazione di me: non c’è stato molto a cui pensare. Mi aspetto di tornare a giocare con continuità, per dimostrare il mio valore, in primis a me stesso. Vorrei farlo vedere in campo. L’obiettivo? I play-in che porteranno ai playoff».

Voltare pagina e rimettersi in discussione era una necessità per “Ceso”: «Avevo un altro anno di contratto a Cantù, la società mi ha comunicato, con onestà, che non rientravo nei piani tecnici e che ero libero di trovare un’altra squadra. Dispiaciuto? Certo, avrei voluto rifarmi della brutta stagione, in cui non ho dimostrato granché».

Oltre ai guai fisici, cosa non ha funzionato la scorsa stagione? «All’inizio la squadra era stata costruita in un certo modo, io mi sono fatto male ed è stato inserito Moraschini. Una volta rientrato a dicembre, ero indietro rispetto agli altri. L’allenatore, per le sue valutazioni, non mi dava troppo spazio. Poi mi sono scavigliato, ero pronto, ma a febbraio a quel punto le gerarchie e l’identità si erano ben delineate. E io ero fuori».

Il rammarico è più che evidente: «Magari non sono riuscito a dimostrare il mio valore. Ogni allenatore poi ha le proprie idee, condivisibili o meno. Evidentemente non ero apprezzato. Potevo dare di più alla squadra, ma è andata così. Chissà, magari in futuro ci sarà un’altra chance…»

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