«Come sta Cantù? Buonissimi segnali
in questo trittico»

Nella sosta prima dei playoff con Cividale l’analisi non solo tecnica del viceallenatore Costacurta. «I ragazzi sono ripartiti dopo una profonda analisi»

La “pescata” forse non è stata fortunatissima per Cantù. Dopo aver assaporato un bel finale di fase a orologio con tre vittorie consecutive, la squadra è già con la testa ai playoff. In sorte, ai quarti di finale, le è toccata Cividale, la squadra che più di tutte ha sorpreso nella seconda fase con dieci vittorie consecutive, chiudendo da imbattuta.

Magari Cividale non è considerata una squadra “top”, ma di certo nella seconda fase ha conquistato più punti non solo di Cantù, ma anche di Trapani e Forlì, passando dal decimo al settimo posto con accesso ai playoff.

Che squadra si troverà di fronte la S.Bernardo dal 5 maggio? La presenta coach Mattia Costacurta, assistente di Devis Cagnardi: «I risultati che ha ottenuto ci dicono che hanno disputato un orologio perfetto. Oltre a noi, hanno battuto anche squadre come Trapani e Torino, quindi sono stati superlativi. Ma, proprio per il fatto che ci hanno battuto, per noi non può che essere uno stimolo che si aggiungerà alle nostre motivazioni».

Costacurta evidenzia poi i punti di forza della squadra friulana: «Partiamo dalla guida tecnica, coach Pillastrini è una garanzia. Redivo è il leader, realizzativo e creativo della squadra. Con Lamb forma una coppia davvero pericolosa, con tanti punti nelle mani: l’americano sa accendersi nel corso della partita».

Ma non è un a squadra che gira solo intorno ai due stranieri: «Ha quattro giocatori che, nella fase a orologio, sono andati al di sopra della doppia cifra di media, oltre a Mastellari che si avvicina. Elementi cardine sono sicuramente Miani, pericoloso con la sua bidimensionalità, oltre a Dell’Agnello».

La svolta di Cividale non è stata soltanto mentale (7 partite vinte su 22 nella prima fase, 10 su 10 nella seconda), ma anche tecnica: «Cambiare l’americano ha portato novità, freschezza e una quadratura diversa e più efficace. Con la fiducia acquisita hanno giocato le restanti partite al meglio, supportate in casa anche da un pubblico caldo».

Ne sa qualcosa anche Cantù che, meno di un mese fa, perse 82-59. «Ma ora si riparte da zero. La partita ci ha dato indicazioni precise sulle cose da sistemare. Non abbiamo sfruttato i vantaggi che ci eravamo creati, subendo la loro iniziativa. Inoltre, tirarono con percentuali clamorose. Abbiamo fatto tesoro di tutto».

Se non altro, da quella sconfitta Cantù ha saputo riemergere alla svelta: «I ragazzi sono ripartiti dopo una profonda analisi dei problemi e hanno poi vinto tre partite non facili. Piacenza era in forma e ancora non certa dei playoff, a Forlì abbiamo vinto con la pressione di dover conquistare ancora il secondo posto, infine contro Udine abbiamo chiuso bene contro una squadra forte».

Il modo giusto per prepararsi ai playoff? «È stato un trittico che volevamo andasse esattamente così, per lasciarci alle spalle quel periodo di crisi che abbiamo vissuto: la squadra ha dato un bellissimo segnale», la conclusione del vice allenatore.

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