Cremascoli: «Cuore diviso a metà. Brienza il più adatto per riportare Cantù in A»

L’ex patron della Pallacanestro Cantù in vista della partita della S.Bernardo contro l’Urania Milano di proprietà dei suoi cugini

Di Cantù - intesa come Pallacanestro - è stata proprietaria per otto anni. A Milano - nell’accezione di Urania - la titolarità del club è saldamente nelle mani - e nelle disponibilità economiche - dei suoi primi cugini. Ettore in primis, visto che ne è il presidente, e Giovanni. Il cognome è lo stesso per tutti, ovvero Cremascoli.

Dinastia che in chiave canturina viene declinata nella figura e nel nome di Anna. L’ingegnere che in Brianza ha presieduto per un quadriennio ed esercitato la carica di patron esattamente per il doppio degli anni. Ci siamo dunque rivolti a lei quale persona informata sui fatti tenuto conto che domenica andrà in scena proprio S.Bernardo-Urania.

Se l’attendeva di scoprire le due squadre appaiate in classificate, pur con Cantù che ha giocato una gara in meno, a questo punto della stagione?

Sinceramente no, poiché c’è un grosso divario sia a livello di roster sia di obiettivi. Cantù ha fatto peggio rispetto alle attese, Milano un po’ - se non molto - meglio. Ma non penso che questo equilibrio tra le due squadre sia destinato a durare perché le differenze dei valori emergeranno. E io nutro ancora molta fiducia nella S.Bernardo.

Quali le diversità più marcate tra i due ambienti?

Innanzitutto, da una parte c’è un’unica proprietà che porta necessariamente più ordine e rende tutto più facile rispetto a una partecipazione più ampia. In secondo luogo, la pressione. Perché l’Urania non ha mai detto di voler andare in serie A e questo rende il clima più soft. E poi il budget perché io so bene qual è quello dei miei cugini e non è minimamente paragonabile a quello di Cantù. Con poco, peraltro, sono bravissimi a fare quello che riescono a fare. Di contro, Cantù ha quella spinta in più che genera la passione del suo pubblico e del suo popolo e che Milano può solo immaginare. Anche se devo dire che è piacevole andare a vedere le partite casalinghe dell’Urania per il contesto nel quale si gioca.

Il palazzetto di Desio è imbattuto in stagione.

Appunto, il tifo dei supporter canturini, fosse il Pianella o da tempo il Paladesio, conta sempre tanto. Eccome

Una considerazione: nei suoi otto anni di reggenza solo quattro gli allenatori a libro paga, gli stessi che Cantù si è invece concessa in questo quadriennio in A2...

Sono scelte. E poi - non lo dico con polemica, ma semplicemente non lo so perché non lo so - non comprendo bene chi decide ora a Cantù. Io avevo la mia idea “alla Ferguson” e sposavo quella. Perché in realtà ho avuto quattro coach, ma sono solo due (Trinchieri e Sacripanti, ndr) quelli che hanno caratterizzato più a lungo il mio periodo, visto che Dalmonte è uscito l’anno dopo il mio arrivo e Corbani poco prima che lasciassi. Non ho mai esonerato alcun allenatore.

Rispetto ai suoi anni è cambiato praticamente tutto alla Pallacanestro Cantù, eccezion fatta per alcune figure dello staff medico, per il preparatore atletico e per Luca Rossini.

Erano le “mie” persone, non posso che avere di loro un ottimo giudizio. Allora eravamo tutti una grande famiglia, con uno staff medico eccellente, mentre Sam Bianchi era e resta il numero uno in assoluto dei preparatori. Quanto a Rossini, era un bravissimo addetto stampa, ora nel suo nuovo ruolo (segretario generale, ndr) non sono certo in grado di giudicarlo. Di sicuro è molto preparato.

A proposito di “suoi”, Markoishvili - pur per una sola partita - ha debuttato da head coach (del Monaco) in Eurolega. Quando giocava, ne aveva intuito i tratti di potenziale allenatore?

Non saprei come rispondere perché Manu è una persona talmente buona che non so se sia tagliato sino in fondo per questo ruolo. Nel senso che non so quanto l’essere buoni e generosi possa sposarsi con l’essere anche un bravo coach. Lo auspico perché stiamo parlando di una delle persone migliori che abbia mai conosciuto e non posso che augurargli ogni bene qualsiasi lavoro lui svolga.

A proposito di allenatori, anche un certo Nicola Brienza ha fatto la gavetta canturina ai tempi Cremascoli...

Già allora se ne scorgevano le potenzialità e a me convince molto come tecnico. Mi è capitato di incontrarlo tempo fa in occasione della partita tra Urania e Pesaro e gli ho detto che se c’è un allenatore in grado di riportare Cantù là dove deve stare, allora quello è proprio lui. Il più adatto.

Quanto ai giocatori, Luca Cesana era nelle giovanili canturine e ora fa canestro per l’Urania.

Bruno Arrigoni stravedeva per lui e me lo faceva spesso presente. Mi fa piacere che dopo una stagione così così a Cantù ora sia tornato il Cesana che avevamo imparato a conoscere e ad apprezzare.

Giù la maschera: per chi tiferà domenica Anna Cremascoli?

Mi sento realmente divisa a metà. Perché il mio cuore sarà sempre a Cantù, ma al contempo sono legatissima ai miei cugini di primo grado dell’Urania che ritengo speciali e non posso che simpatizzare anche per loro. Diciamo che i due punti in palio sarebbero più importanti per Cantù che è senza dubbio quella che ha maggiori velleità.

A proposito di velleità, l’ingaggio di Alessandro Gentile ha comunque proiettato l’Urania in una nuova dimensione, non le pare?

Si tratta di un giocatore dalle potenzialità altissime e che ha avuto alcune problematiche personali nel corso della carriera. Ora è papà e forse alcune dinamiche le ha comprese meglio. Certo per com’è l’Urania non me la sarei aspettata la sua presa. Detto ciò, sta facendo bene.

Sarà a Desio?

No, perché ho degli impegni familiari, ma ci sarò al ritorno.

La rivedremo mai a Desio?

Penso sia difficile.

Quel suo “mai più nel basket” è confermato?

Assolutamente sì.

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