Crescita Cantù. «Ora con Brienza è tutto diverso»

C’è un’idea di squadra diversa dal passato, con giochi preparati apposta per coinvolgere i lunghi. Basile ha avuto un impatto clamoroso e Burns vola

Nei corridoi, si sa, specie a microfoni spenti, si può dire quel che si vuole. La fortuna, poi, è scovare le discussioni più interessanti. «Ora è tutto diverso», è il leitmotiv della nuova stagione dell’Acqua S. Bernardo. Ed effettivamente l’impressione pare questa: si respira un’altra aria. Aiutano, e non poco, le tante facce nuove. Ma quelli che più di tutti stanno verificando i cambiamenti sono coloro che ci sono già stati. E non necessariamente i giocatori. Anzi. Vita nuova e altri stimoli anche e soprattutto per gli staff.

Effetto coach

Chiamiamolo effetto Brienza. Che ha portato una ventata di novità. Figlia delle esperienze nelle stagioni lontane da qui, prima del ritorno. Nuove metodologie di allenamento e un rapporto strettissimo con Sam Bianchi, che sta affrontando la preparazione con il suo solito e contagioso buonumore.

Il tecnico è entrato in punta di piedi, forte anche di un ambiente che conosce alla perfezione. Ma lo stesso è fermo nelle convinzioni, a cominciare dai rapporti e dalla convivenza con stampa e ambiente circostante, visto che gli allenamenti tecnici (ora al mattino) sono aperti al pubblico.

Fissate le regole, tutto è più facile. Un po’ come quel «con Brienza ora è tutto diverso» che dà il termometro della situazione. Basta alibi, basta palestre da condividere con altri o squadre che «ha fatto lui, che ha visto me...» ecc. ecc. La gerarchia che Nick vorrà dare alla gestione del gruppo squadra vige anche negli annessi e connessi del roster di serie A2.

Dal punto di vista tecnico e tattico ce ne si è accorti sul campo. Conta, ma relativamente, quanto visto nel primo scrimmage, contro la Robur Saronno, squadra di serie B, dopo soli cinque giorni di preparazione. Con Filippo Baldi Rossi bloccato da un virus all’ultimo momento, Tyrus McGee tenuto precauzionalmente a riposo e Andrea De Nicola che ha tutti costi ha voluto giocare sul dolore.

Molto, ma molto, più attendibile l’amichevole di sabato scorso contro l’Urania Milano, pari campionato e quintetto tra i più cambiati e ambiziosi (anche se a Seveso ha giocato senza un americano, Giddy Potts, e il leader in regia, Andrea Amato). Si è già vista un’altra Pallacanestro Cantù, nemmeno lontana parente di quella che ha finito la stagione in gara quattro di finale a Trieste.

Dimentichiamoci, per cui, tutti quei giochi liberi con finalizzazioni soprattutto da tre (entrasse o non entrasse la palla) e abituiamoci a un maggior coinvolgimento dei lunghi, con soluzioni da sotto e lo stesso perimetrali.

Se fare il centro nella S. Bernardo versione 2023/24 poteva anche essere frustrante, ora rischia di diventare un lavoro usurante, tanti saranno gli schemi per Christian Burns, Luca Possamai, Filippo Baldi Rossi e Grant Basile. Il tutto a fronte di un grande lavoro difensivo che già si vede e dà i prini frutti.

Regia e dintorni

Basile, soprattutto (è il più in palla insieme a Matteo Piccoli), e un Burns presentatosi in splendida forma sono quelli che maggiormente stanno godendo della cura Brienza. L’americano giovane ha avuto un impatto devastante, evidenziando grande atleticità, un’ottima visione e mani caldissime. Ora, grazie anche alla sagacia tattica di Andrea De Nicolao e alla verve di Fabio Valentini, non resta che attendere che si accenda Tyrus McGee, straordinario cavallo di razza. E a quel punto ne vedremo delle belle, visto che Joonas Riisma ha dimostrato di poterci stare, eccome.

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