Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Sabato 07 Dicembre 2024
Hogue si presenta: «Mi piace giocare duro»
La novità La società: «Grande acqusito: crediamo nella promozione e abbiamo grande fiducia nel lavoro di Brienza»
«Sono sicuro che farà una stagione importante nel nostro club. Abbiamo creduto in questa scelta: good job, Dustin». Così Roberto Allievi, presidente di Pallacanestro Cantù, ha accolto Dustin Hogue, presentato ufficialmente ieri in sede a Cantù.
Una scelta, quella di Hogue, che conferma le intenzioni e gli obiettivi di Cantù in questa stagione: «Il board della società ha dato dimostrazione di serietà e di attenzione: gli obiettivi iniziali restano immutati. Siamo convinti che sia un innesto fondamentale: crediamo nella promozione e abbiamo grande fiducia nel lavoro di Brienza, certi che con Hogue il nostro tecnico possa lavorare con più serenità e con tutti gli strumenti necessari per conseguire tutti gli obiettivi stagionali».
Ed eccolo, allora, Dustin Hogue: 32 anni di Yonkers, impressiona per la sua stazza. È il classico centro “undersized” - è alto poco meno di due metri -, ma è dotato di atletismo e verticalità che metterà a disposizione nella sua terza esperienza italiana, dopo quelle a Trento e Rieti.
Oltre al bagaglio di esperienza accumulato in Europa: «Sono contento di essere qui -queste le sue prime parole canturine - e sono felice di poter lavorare con Brienza, un tecnico che conoscevo. Ora sto scoprendo la squadra, non vedo l’ora di poter dare una mano in partita».
E si presenza come un giocatore dedito alla squadra, più che al bottino personale: «Mi è sempre piaciuto giocare duro: preferisco prendere un rimbalzo in più o difendere meglio piuttosto che segnare per forza. Il mio “ego” non è al primo posto. E lo stesso approccio lo sto vedendo nei compagni, questo è un segnale molto positivo».
Hogue, lo scorso anno in A2 a Rieti, è stato vittima di un infortunio al tricipite ai playoff. Lo stesso lungo racconta il percorso di riabilitazione: «È stato un infortunio molto strano e particolare. Dopo l’operazione a settembre avevo recuperato. Mi sono allenato prevalentemente da solo, ho passato anche un periodo con una squadra universitaria americana. Ma è stato fondamentalmente un lavoro personalizzato».
Prima di Rieti, Hogue era stato a Trento in A. Quella canturina sarà quindi la sua terza esperienza in Italia: «È un Paese che mi piace molto - ammette - e lo considero ormai la mia seconda casa. Mi trovo bene con le persone e mi piace il tipo di basket che si gioca qui. Sto anche cercando di migliorare il mio modo di esprimermi in italiano…».
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