«I miei ragazzi giocherebbero i playoff anche senza una gamba»

Cagnardi, coach di Cantù, prima della finale: «E nei playoff si rimescola tutto»

«Farsi trovare pronti al momento giusto». Quante volte si è sentita questa frase, spesso dopo una sconfitta, nel corso di quest’anno (ma anche dei precedenti…)? Ebbene, sembra che Cantù e Trieste abbiano davvero preso alla lettera questa frase.

Ne ha parlato coach Devis Cagnardi, alla vigilia di gara 1: «Noi come loro abbiamo fatto un percorso che ci ha portato a essere pronti nel momento più importante. Detto che entrambe hanno roster costruiti per provare a vincere, sulla classifica non mi soffermerei troppo perché questa è la storia della pallacanestro: alla fine si rimescola tutto con i playoff. E gli esempi sarebbero molteplici. Questo per dire che i playoff non sempre premiano totalmente l’annata. Loro? Hanno saputo fare quadrato attorno alla squadra, credendo nelle loro scelte e sono arrivati estremamente pronti in fiducia a questo atto finale».

Ebbene sì, Trieste in finale. Qualche giorno fa, Bucarelli ha confessato di aver “previsto” questo esito dopo aver affrontato i giuliani nella fase a orologio: «L’abbiamo pensato un po’ tutti. Ci siamo un po’ rispecchiati in loro: abbiamo vinto quella partita, molto offensiva. Si vedeva che avevano giocatori di esperienza e personalità».

Una squadra che ha vinto quattro volte in trasferta e che, come caratteristica generale, tenta la conclusione dopo pochi secondi. Farli ragionare può essere un’arma? «È una squadra molto votata all’attacco, ma ha saputo anche trovare una quadratura difensiva molto buona. Nel roster ci sono giocatori difficili da fermare. Se sarà così, proveremo a limitarli».

Il fattore campo inciderà? «Il nostro pubblico non può mancare, né per presenza, né per vicinanza che a dir la verità abbiamo avuto in ogni momento della stagione. È un entusiasmo che la squadra non solo percepisce, ma è anche un tipo di entusiasmo dal quale vogliamo attingere per riuscire ad avere più energie in campo. Chiaramente, il fattore campo è da difendere, contro una squadra che ha già dimostrato di poter vincere su campi difficili e contro squadre molto forti. Questo è un motivo in più per alzare il livello di attenzione».

Nessun problema fisico e anche questa è un’ottima notizia: «I miei ragazzi giocherebbero questa finale anche senza una gamba. A fine anno, avendo una squadra non giovanissima, si convive con qualche piccolo acciacchino, ma nulla di grave. Ci stiamo approcciando con il lavoro, provando a isolarci un po’».

Per coach Cagnardi sarà certamente un momento “forte”, ma ne ha già vissuti in carriera: «È la mia prima finale, ma da vice ho avuto la fortuna di disputare due finali scudetto con Reggio Emilia, oltre a una finale di Supercoppa e di EuroChallenge vinte. I ruoli però sono diversi: ora c’è un senso di responsabilità molto forte verso società, squadra, piazza e tifosi».

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