
( foto butti)
Biella: «A Udine ho apprezzato le qualità di squadra e staff, ma quanta tensione»
Un tentativo andava fatto. Ma lui, Antonio Biella - sponsor con Acqua S. Bernardo, consigliere d’amministrazione e tifosissimo di Pallacanestro Cantù - è troppo sgamato per cascarci. E, con una finta degna del miglior Anthony Hickey, ci manda a destra mentre va a canestro dall’altra parte. «È il momento di parlare della squadra. Del coach e di Hickey appunto. Godiamoci la situazione. Per gli annunci c’è sempre tempo».
Non so neanche se sono state messe le firme o no. Non mi ricordo. Di certo il contratto è chiuso, ma non chiedetemi i dettagli.
Sono stato molto felice di aver vissuto tre giorni a contatto con il gruppo squadra, a Udine. Non capita tutti i giorni, per lo meno a meno, di essere così dentro le dinamiche. Parliamo di questo.
Lui è abituato, lui segue gli allenamenti, fiuta l’aria, sa come muoversi. Questa è una piazza difficile, l’abbiamo visto anche dopo gara tre, quando sembrava che il mondo ci fosse già crollato addosso.
Nel senso che, nemmeno all’improvviso, sono ricomparsi gli hater e i critici. Vanno comunque ringraziati, perché non escludo che siano anche coloro che acquistano gli abbonamenti, i biglietti e i prodotti del marketing, essendo a loro modo anche un forma di sponsor.
Abbiamo imparato a conviverci. Di certo è stato bello smentire tutti con gara quattro vinta.
Prima di tutto l’agitazione. A Udine ho sofferto tanto, ho finito madido di sudore. Come se avessi giocato anch’io. Chiaro che in casa mi senta a più agio e che i tifosi mi facciano da traino. Stavolta non c’erano, e qualche volta mi sono alzato pure io, ovviamente dopo nostri canestri.
Sereno. Davvero. Avevo visto bene la squadra in gara tre, malgrado i tanti errori e la sconfitta. D’altronde abbiamo pagato lo stato influenzale di Bucarelli e la giornata no di Hickey. Ma ci sono stati sprazzi nei quali abbiamo lottato.
Tanto più contro una squadra che aveva avuto un moto d’orgoglio, che ha grandi giocatori ed è ottimamente allenata.
E continuo. L’abbiamo visto in questi playoff: tra Cividale e Udine c’è stato un fil rouge a tenere il tutto unito. Con una squadra ben preparata e un allenatore che ogni volta ha voluto provare qualcosa di nuovo.
Vero. Nei prevedibili alti e bassi è ovvio che s’incappi anche in errori. Si corre, si attacca e si sbaglia, ma è naturale sia così, sennò saremmo già in A e non dovremmo ancora conquistarla. Fa parte del gioco. L’importante è...
Che si continui a lottare con questa intensità e che si preparino le partite sempre al meglio come è stato fatto. Poi, non dimentichiamolo, ci sono anche gli avversari e se sono in un quarto o in una semifinale non si tratta di sprovveduti.
La squadra, intesa nell’accezione più ampia del termine, e cioè giocatori, tecnico, staff e dirigenti. Nel mio ideale di sponsor, consigliere del cda e tifoso, questo concetto arriva prima delle vittorie.
Un gruppo. Che lotta, si aiuta e si diverte, ridendoci anche sopra. Che mette davanti il concetto di squadra a quello di singolo.
Vero. Siamo ambiziosi, ci siamo posti un traguardo e stiamo facendo di tutto per raggiungerlo. Però mi fa molto piacere registrare questo clima.
Ho fatto tutto con la squadra, su e giù dal pullman per allenamenti e altro. Mi sono tenuto gli spazi giusto per uscire un po’ in bicicletta. Mi sono proposto, ovviamente, a livello inferiore rispetto alla carica umana e alla conoscenza del presidente. Mi sono limitato a parlare del più e del meno con Cagnardi e alcuni giocatori, a chiedere a Bucarelli come stesse e a vedere come si prepara uno come Hickey.
Tutta gente che già mi piaceva e che adesso mi piace ancor di più. Vorrei sempre vedere queste facce.
Soprattutto.
Da dentro o fuori, come sempre. Il loro quinto posto è solo di facciata, visti anche i grandi cambiamenti prima dei playoff. Un po’ come capitava a noi e come abbiamo scelto di non fare questa volta. Loro sono certamente una squadra solida, una piazza storica e con la voglia di tornare subito in A, dove erano l’anno scorso.
Il fatto di non poter esserci, nel caso, in un’eventuale gara quattro là. Perché impegni di lavoro me lo impediscono, ma sto facendo di tutto per far coincidere voli e luoghi.
Il collegamento è con un nostro grande cliente come Old Wild West, anche loro sponsor. Ci è stata prospettata l’occasione e, siccome siamo vicini allo sport, l’abbiamo colta. Niente a che vedere con l’impegno per Cantù, siamo solo acqua ufficiale.
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