Il battito del tifo canturino: PalaDesio ancora tutto esaurito

Per la seconda volta di fila, oltre 6mila gli spettatori: ieri sera erano 6.095

Catino pieno, praticamente un sold out: 6.095 spettatori, poco più dei 6.087 di gara 1. Il popolo di Cantù ha risposto ancora alla grande, dopo il successo (di pubblico) di martedì. Minimo, con una serie da pareggiare, no? In questi momenti si dimostra l’affetto per la squadra. Quando sei a un passo dall’obiettivo, quando senti che il cucuzzolo della montagna è lì, ma poi giri l’angolo del sentiero e c’è un altro strappo mica da ridere. Perché la vittoria in gara 1 di Trieste è stata certamente una nuova salita. Possibile, ipotizzata, ma certamente anche un po’ inattesa. E la squadra di coach Christian si è confermata tale anche in gara 2, con una durezza mentale e fisica notevole. Non si sono risparmiati i giocatori in campo, da una parte e dall’altra. Dopo pochi minuti, la maglia rossa numero 14 di Vildera era già strappata, segno che si stava lottando fin dalla palla a due.

Chissà che non abbia influito nella “cazzimma” in campo anche il consueto rumoroso prepartita. I protagonisti in campo non si sono risparmiati, no davvero. Una bolgia sugli spalti, diventata assordante nel corso della partita. Quasi a contrapporsi al coro a cappella, senza musica dagli altoparlanti, sull’inno di Mameli, eseguito dalla sezione di Fino Mornasco degli Alpini: pantaloni nera e camicia arancione, cappello e penna in testa. Poco prima dell’esibizione corale, alla presentazione della squadra, bis delle torce accese dei cellulari, come in gara 1. Sugli spalti tanti volti noti, tanti ormai habitué come Aldo Corno. Sorpresa per il bomber dei bomber, Antonello Riva. Con lui in campo, altro che 9/40 da tre in gara 1… E tanta politica, come di consueto.

È esploso più volte il PalaFitLine. A qualche fischio arbitrale mancato – che ha provocato ben più di una reazione rabbiosa di Cagnardi, solitamente più pacato con la terna arbitrale -, a un contropiede di Hickey, a un filotto di Moraschini e alla prima bomba di Cesana, che – agitando le braccia al cielo - a sua volta ha chiamato il pubblico dopo la realizzazione. Nel mirino fin dagli inizio, la titubante terna arbitrale si è presa bordate di fischi al rientro negli spogliatoi e dopo un’inversione (poi corretta) di una rimessa laterale nel secondo tempo. Come sempre, a Desio non ci si annoia mai, figuriamoci in finale.

E ora, la grande sfida in trasferta. A Trieste tutto è pronto per ripristinare il “Red Wall”, la curva di casa completamente rossa e il palazzetto completamente esaurito. Lunedì sera farsi sentire sarà dura, ma si confida negli Eagles. Anche e soprattutto per portare la serie più in là possibile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA