«Il popolo di Cantù si merita solo gioie. Faremo il massimo»

Il presidente Allievi: ««Al lavoro per mettere a disposizione un budget da squadra vincente»

Dinastia Allievi. Te ne accorgi da tante cose. Persino dalle emozioni. Anche il “sciur Aldo” - di una lucidità che metteva quasi soggezione - nel periodo più bello specialmente era di emozioni facili.

Così come successo al figlio Roberto, stavolta. Microfono in mano, Antonio Biella - direttore generale di S. Bernardo - alla sinistra, platea di alto livello di personalità, soci e ospiti di fronte, microfono in mano, dicevamo, ecco l’esordio. «Sono emozionato», e ci sta. Ci sta un po’ meno il pianto, quasi liberatorio dopo una settimana di pura sofferenza fisica e psicologica per il mancato risultato sportivo. Sfogo tanto intimo da indurre - vivvaddio - i presenti a un applauso intriso di tenerezza. Come il momento.

Ad allenatore e giocatori, di ieri e di oggi, andrebbero trasmesse quelle immagini lì. Dicono chi è il presidente e cosa sia la Pallacanestro Cantù. E per quale motivo andrebbe dato il 110%. Dal primo giorno.

Presidente, qui c’è il tempo che brucia tutto alla velocità della luce. Bisogna guardare avanti...

Lo stiamo già facendo. Sono e siamo determinati a cercare di raggiungere quello che non ci è riuscito negli ultimi tre anni.

Come?

Per fare ciò, nuovo e vecchio board sono più determinati che mai. L’abbiamo già visto grazie all’ingresso di alcune professionalità di grande importanza come Antonio Munafò, Lorenzo Longhi e Joe Rizzello.

Proprio Rizzello, l’ad di Asm Global Italia. Colpo che vale i migliori sul mercato giocatori...

Siamo sicuri che potrà dare un grande contributo all’area marketing e aiutarci nell’acquisizione di nuovi sponsor. Non dimentichiamoci di Andrea Mauri, però.

E perché?

Lui è il nostro uomo delle... entrate. E il fatto che sia tornato a occuparsi dell’area sportiva è un’ottima cosa. Tutto il board, però, è fortemente determinato e cha l’obiettivo di garantire a Sandro Santoro un budget adeguato per l’allestimento di una squadra vincente.

Quale budget sarà rispetto alla passata stagione?

Aumentato, questo è il proposito. Non immediato, avremo bisogno del tempo per tutte le valutazioni. Con la solita stella polare, e cioè garantire l’equilibrio economico delle nostre finanze.

Per risalire in A, però, ormai è assodato che serva qualcosa di diverso.

Prima, però, ci tengo a dire che per noi sarà fondamentale ripartire da alcuni valori che fanno sì parte della nostra gloriosa storia, ma che sono più che mai attuali.

Quali?

Il primo, e l’ingresso di Munafò è lì a confermarlo, è un’aumentata attenzione all’attività del settore giovanile, perché i giocatori dobbiamo tornare a costruirceli in casa, come era una volta. E il secondo è il popolo biancoblù, i seimila che hanno riempito due volte di fila il PalaFitLine di Desio.

Appunto...

Un affetto straordinario quello dimostrato nei confronti della squadra. E noi non possiamo che ringraziare. Così anche gli Eagles, che sono stati una parte fondamentale. Visto quanto questo nostro popolo si senta parte integrante del progetto e meriti gioie, io non vedo l’ora di dare delle soddisfazioni.

Degli sponsor, che dice?

Sono un altro valore aggiunto. Un gruppo che ha superato quota 100 e che testimonia il senso di appartenenza e identità. Bravi noi a saperlo costruire e incrementare, ma fondamentali loro a rimanere al nostro fianco.

Per uno di loro, diciamo il rappresentante più in vista, l’altro giorno ha versato anche lacrime...

Non posso dimenticare Antonio Biella, la sua famiglia e Acqua S. Bernardo. Hanno dato un’ulteriore dimostrazione di passione. E la loro ennesima dimostrazione tangibile di affetto, presenza e vicinanza ci mette nella posizione di guardare con maggiore ottimismo al futuro, grazie alla continua disponibilità.

Fattore fondamentale per la società.

Pallacanestro Cantù è un unicum nel panorama nazionale, per via della proprietà diffusa. Che reputo la forza del club, dato che rappresenta più anime e di tutto il territorio. Ognuno di noi, credetemi, si sente parte di questa struttura e non vede l’ora di ricominciare con la nuova avventura.

Che arriva però dopo tre anni di mancati obiettivi.

Naturale che sia io a sentire la responsabilità completa del fallimento sportivo, anche perché pure stavolta la squadra era di alto livello.

Cosa le fa guardare al futuro con ottimismo?

Il fatto che la società, con la nuova organizzazione che si è appena data, abbia dipartimenti operativi, tutti in grado di interagire fra loro per ottenere il massimo.

A cominciare da Sandro Santoro e dalla responsabilità totale sull’area sportiva...

Pieni poteri sì, ma non significa che ora sarà lasciato da solo in mezzo alla bufera. Io, ad esempio, non mi sottrarrò mai all’idea di dare qualche consiglio.

Che tipo di squadra sarà?

Santoro non ci ha ancora detto come penserà di muoversi, anche perché avrà bisogno di concordarlo con il tecnico Brienza. Di certo non vogliamo più commettere gli errori degli ultimi tre anni. Anche se nel primo si è raggiunta la finale, il secondo è stato il peggiore e anche stavolta siamo arrivati a giocarci l’ultimo atto.

Ma che conta, si sa, è chi sale. Non chi ci arriva vicino...

Qualcosa di buono l’abbiamo costruito. Evidentemente non è stato sufficiente. Ma ora abbiamo una nuova via da percorrere, ed è quella che prevede che gestione sportiva e progetto della nuova arena vadano di pari passo, senza distinguo. Alla stessa velocità e con gli stessi risultati. La crescita, repentina, per la costruzione del nuovo palazzo deve corrispondere a quella della squadra, adesso.

Hanno vinto, stavolta, le due squadre che hanno immesso più liquidità nella costruzione del roster. Una, Trapani, in maniera smisurata e l’altra, Trieste, per risalire subito in A. È questa la strada?

Nella pallacanestro di oggi ormai è chiaro: per avere dei risultati bisogna garantire budget importanti. Non abbiamo mai fatto gli sbruffoni, siamo abituati a lavorare tenendo i piedi per terra. Ma ciò che sarà necessario andremo a farlo.

Cambia la formula. Che ne pensa?

Non sono spaventato. Ma evidentemente il girone unico spinge più squadre a essere ambiziose. Saranno in tante che, come noi, punteranno a salire, magari da prime. Ho sentito di realtà che stanno già facendo investimenti importanti. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e sono sicuro che Santoro sarà all’altezza del compito assegnato.

Con il nuovo asse societario, Tic - che è stata fin qui fondamentale - arretra un po’, ma non sparisce.

Tutti Insieme Cantù è l’associazione che ha permesso di riportare la proprietà nelle mani dei canturini. È entrata e rimarrà nella storia di questa società. Tutti i soci di Tic devono sentirsi orgogliosi di questo fatto. Rimarranno comunque una componente determinante all’interno del nuovo assetto.

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