![La corsa liberatoria di Fabio Valentini alla sirena conclusiva di Cantù-Cividale La corsa liberatoria di Fabio Valentini alla sirena conclusiva di Cantù-Cividale](https://storage.laprovinciadicomo.it/media/photologue/2025/2/14/photos/cache/il-san-valentini-e-lamore-di-cantu-grande-felicita_7581cfa0-eac1-11ef-9032-03330b513a87_1920_1080_v3_large_libera.webp)
( foto Butti)
Successo con il canestro da tre sulla sirena e una liberazione dopo cinque sconfitte consecutive. «Mi hanno tremato le gambe? In realtà non le sentivo»
Una corsa folle sotto la curva. L’abbraccio travolgente dei compagni. Secondi di gioia allo stato puro, dopo aver scagliato, negli ultimi centesimi della partita, la bomba più coraggiosa della stagione.
Con Cantù sotto di 2 punti contro Cividale, l’ha decisa lui, Fabio Valentini, poco prima del suono della sirena.
Una sirena che poteva essere tranquillamente un “requiem” – e ben pochi si aspettavano un esito diverso -, ma che invece si è trasformata in un inno alla gioia. Che finale per Cantù-Cividale e che festa. Con la sua tripla decisiva, quella del sorpasso, Valentini ha mandando in visibilio gli oltre duemila presenti al PalaFitLine di Desio, ridando ossigeno a Cantù e, soprattutto, interrompendo la serie nera che durava da cinque partite.
Il grande protagonista del turno infrasettimanale racconta quegli istanti in cui il palazzetto intero ha trattenuto il fiato, prima di liberare tutta la tensione.
Tutti gli sguardi erano concentrati su di lui: «Cos’ho pensato? A niente. Solo al fatto che tirare, a quel punto, era l’unica opzione possibile. Le gambe hanno tremato? Diciamo che non le sentivo molto, per un accenno di crampi. In quei momenti c’è poco da fare: se non avessi tirato avremmo perso e avrei avuto il rimpianto per non averci provato. Ci siamo battuti bene e siamo felicissimi per noi, per la società e per tutti i tifosi».
Il colpo di scena finale era stato anticipato da una partita con alti e bassi nel punteggio, con Cantù che ha seriamente rischiato di vanificare quanto di buono aveva costruito. Ma, stavolta, il destino ha scelto diversamente: «È stata una partita a due facce – ha commentato il play -: nei primi due quarti pochi canestri da parte di entrambe le squadre. Cantù meglio, poi loro sono stati bravi a rientrare, trascinati da Redivo, che ha segnati canestri difficili e importanti. Però ci abbiamo creduto fino alla fine e, finalmente, ci siamo sbloccati».
E, anche i segnali, sono arrivati nel corso della partita: «Abbiamo riparlato del tiro da tre di Baldi Rossi, che è rimbalzato tre volte sul ferro prima di entrare: era un segnale, ma anche lo specchio della nostra condizione. Ci siamo presi tanti tiri con i piedi per terra. Ma io dico che è giusto provare a tirare: prima o poi entrano... In settimana abbiamo parlato del coraggio che ci era mancato in altre partite: stavolta ci siamo presi delle responsabilità e questo ci ha premiato».
Cantù si rialza, ma c’è ancora da fare: «In allenamento nessuno si è mai tirato indietro, credo che in partita subentrasse qualche componente mentale. Rimpianti? Con due vittorie in più sarebbe stato tutto molto diverso e migliore: occorre ripetersi e sperare che anche le altre passino momenti difficili. E se non sarò promozione diretta, dovremo arrivare ai playoff in ritmo e con fiducia».
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