McGee: «Bene che si lavori subito sulle gerarchie»

Le riflessioni dell’esperto e quotato americano della Acqua S.Bernardo Cantù

Fosse una nave, la S.Bernardo avrebbe nei posti di comando uno dei suoi due stranieri. Quello più esperto, ovviamente. Quel Tyrus McGee inseguito a lungo e, alla fine, convinto a scegliere Cantù. La guardia statunitense, 33 anni, è considerato un “top player” per la categoria. Non fosse altro per quel che ha già vinto in Italia, ossia uno scudetto in una piazza importante, ma che abituata a vincere sempre come Venezia. Era il 2017. Sempre in Italia, ma a Sassari, ha alzato un altro trofeo, ossia la Fiba Europe Cup nel 2019. All’estero, nel biennio 2020-2022 ha vinto l’Hapoel Horton la Lega Balcanica e il campionato israeliano.

Ma non fa troppe preferenze: «Tutti i titoli che ho vinto sono importanti. Mi piace ricordare anche le partite che la gente ha fissate nella testa, magari anche quelle decise da un tiro all’ultimo secondo, quindi non solo le finali per un trofeo».

Ora, tornato in Italia, ha voglia di dare una lucidata all’argenteria, provando ad aggiungere in bacheca qualche altro pezzo pregiato. Del resto, ama questo Paese, sempre ricambiato. È tornato con la moglie e la piccola figlia di due anni: «Considero l’Italia come una seconda casa. Sono felice di essere tornato dopo sei anni, così come la mia famiglia. E sono felice di poterlo fare in club come Cantù, per aiutarlo a vincere».

McGee è certamente un giocatore di provata qualità ed esperienza, da lui ci si attende molto in termini di leadership. Sarà uno dei giocatori-chiave nel gioco di Brienza. «Sono venuto a Cantù per aiutare la squadra a raggiungere la serie A e dare la spinta in più per avere un anno di grande successo», ha detto a La Provincia poco prima di mettersi in viaggio. Parole confermate, dopo i primi allenamenti. E garantisce di voler mettere sul piatto la sua comprovata esperienza, assieme a quella degli “over 30” in quota alla S.Bernardo - leggasi capitan Baldi Rossi, Moraschini, Burns e De Nicolao -: «Siamo in tanti in squadra in grado di far arrivare i messaggi giusti ai più giovani e questo è solo un bene. L’importante è costruire un ingranaggio che funzioni bene».

Chiaramente, gli si chiedono anche punti. È la specialità della casa e di numeri importanti ne ha sempre collezionati, in Italia e fuori. La conoscenza del basket italiano sarà d’aiuto: l’ha sperimentato per la prima volta all’Orlandina, prima delle esperienze a Cremona e a Venezia.

L’anno successivo, sigla il suo nuovo record realizzativo in Italia a Pistoia, grazie a una stagione da 14.1 punti di media. E medie simili ha tenuto anche a Sassari. Nell’ultima stagione ha giocato nello Strasburgo, in Francia, chiudendo a 14.4 punti, con più del 42% nel tiro da tre punti, 3.3 rimbalzi e 2.1 assist a partita.

Sarà probabilmente lui il principale terminale offensivo della squadra.

In un gioco nuovo, che McGee già dice di amare: «Mi piace soprattutto il fatto che si stia già lavorando sulle gerarchie. Si stanno già delineando ed è importante che tutti sappiano presto quali sono le richieste dello staff tecnico. Sarà una stagione lunga e difficile, dobbiamo trovare la quadratura giusta e avere attorno un ambiente compatto. Sono due chiavi importanti per provare a vincere».

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