McGee, tutto fatto. Carisma e grinta per la nuova Cantù

Basket Chiusa la trattativa per la guardia ex Venezia. Lo ha convinto il progetto di riportare in alto la piazza

Eccolo qui, il contratto di Tyrus McGee. Scaricato dai pdf arrivati nei computer di Pallacanestro Cantù e blindato in cassaforte, in attesa di essere depositato. La trentatreenne guardia è ufficialmente un giocatore di Acqua S. Bernardo, non ci sono più dubbi. Il balletto è finito e la firma finalmente arrivata.

Ora il secondo straniero

Con il suo arrivo, ora manca solo una casella nel roster a disposizione di coach Nicola Brienza. Che una rotazione su dieci giocatori senior e allo stesso livello voleva e una rotazione di quel genere avrà. Accontentato in tutto, nell’attesa ovviamente di conoscere il nome dell’ala grande straniera.

Fosse dello stesso calibro di McGee, i biancoblù partirebbero dritti in prima fila, in un campionato che ha aumentato di una cifra il coefficiente di difficoltà. Con una promozione a fine stagione regolare e un’altra dopo una fase di playin e playoff. Una sorta di forche caudine in chiave cestistica.

Cantù si è dunque tutelata e ha fatto un’aggiunta importante. Un giocatore giramondo, che conosce Italia ed Europa alla perfezione e che è abituato a vincere. Limitandosi all’esperienze nelle serie A, basta ricordare lo scudetto con la Reyer Venezia e la Fiba Europe Cup a Sassari.

Il gm Sandro Santoro e il tecnico canturino l’avevano messo nel mirino da tempo, anche in relazione alle esperienze della passata stagione in Francia e Israele.

I contatti con l’agente italiano (Lorenzo Bergamaschi) e quello statunitense (l’italo americano Giovanni Funiciello) si sono protratti a lungo, in queste ultime notti. Fino alla firma decisiva.

A temporeggiare pare sia stato proprio Funiciello, che aveva in mano un’offerta molto importante dell’Hapoel Holon, ma a far la differenza è stata la volontà del giocatore, che non vedeva l’ora di tornare in Italia, e della moglie, comprensibilmente preoccupata dai fronti di guerra mediorientali e pure lei intrigata da un’altra esperienza nel Bel Paese.

Decisive, poi, oltre al contratto presumibilmente più alto del roster, le argomentazioni addotte dalla coppia Santoro&Brienza. Il primo, come forse solo lui sa fare, ha battuto molto sul fatto motivazionale: Cantù, piazza storica, una serie A finalmente da riconquistare, una leadership acclarata e la suggestione di poter essere il primo a spingere in alto una tifoseria e un’intera comunità dopo i tre tentativi andati a vuoto.

Motivazioni

Brienza, dal canto suo, ha pigiato su tasti molto più tecnici, sottolineando al contempo il ruolo centrale del giocatore nell’assetto della squadra. Rispetto ad Anthony Hickey - a ruoli comunque diversi - ci si aspetta carisma, tranta grinta e una molla più carica a livello di spogliatoio, componente che serve come il pane e che è stata aggiunta a dosi massicce, pensando anche a quello che potrà dare Andrea De Nicolao in cabina di regia.

A proposito, McGee e De Nicolao a Venezia si sono soltanto sfiorati, mai giocando insieme. Ora formeranno la coppia d’oro di esterni della nuova Acqua S. Bernardo Cantù.

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