«Meno sfortuna e squadra sul pezzo. Cantù, crediamoci»

Paparelli, vice presidente del club biancoblù: «La società non lesina sacrifici per arrivare al risultato che tutti sognano»

Nessuno come lui, che c’è sempre stato, guarda con fierezza al 2025. Dal punto di vista sportivo, da qualche stagione, si aspetta una grande soddisfazione. Da quello imprenditoriale sa cosa vorrà dire per il destino della nuova Arena. Sergio Paparelli, vice presidente di Pallacanestro Cantù e presidente di Cantù Next, è uno dei grandi protagonisti.

Cantù ha chiuso a due punti dalla vetta il 2024. Una posizione che vi soddisfa?

Diciamo che dobbiamo farcela andar bene, visto che di errori in corso d’opera ce ne sono stati tanti e, anzi, dico anche troppi. Però sappiamo bene tutti che l’A2 è diventata una trappola per noi negli ultimissimi anni, per cui ribadisco che dobbiamo tenerci stretto questo secondo posto a soli due punti da Rimini.

Di certo la fortuna non ha aiutato. Lunga la serie di infortuni, tre solo a Piacenza...

Eravamo lì e abbiamo visto come è andata. Per McGee è il secondo infortunio ed è simile al primo accaduto a inizio stagione, però fortunatamente non nello stesso punto, per cui ci attendiamo un recupero entro le 3/4 settimane. Moraschini, invece, dopo aver lottato per un rimbalzo, è caduto male sul piede e ha avuto una distorsione fortunatamente non grave e quindi speriamo di riaverlo già domenica contro Nardò. Dopo la frattura del naso occorsa a Hogue, ora la lesione al dito della mano... Però, a dimostrazione che il ragazzo è un grande lottatore, e ci auguriamo di averlo almeno in panchina domenica ed eventualmente utilizzarlo solo alla bisogna. Non è ancora il momento di andare a farci dare una benedizione, ma speriamo nella miglior fortuna con l’anno nuovo.

In più di un'occasione s'è vista la mano del tecnico, è d'accordo?

Sì, il manico c’è e lo ha dimostrato più volte. Anche a Piacenza Nicola Brienza, pur non nelle migliori condizioni fisiche pure lui, ha portato a casa il risultato. Bisogna sottolineare una cosa importante: il suo staff lo segue ed è in condizioni di affiancarlo anche quando ci sono delle defezioni.

La società, lo conferma l'ingaggio di Hogue in corsa, non ha mai lesinato energie e risorse. Perché?

Perché siamo convinti nel risultato che tutti vorremmo raggiungere: abbiamo messo sul piatto risorse “di riserva” per non parlare delle energie che tutto il cda non lesina in questi frangenti.

Cosa le piace di più di questo roster?

Il legame hanno fra loro i ragazzi e che hanno con tutto lo staff al completo, compresi tutti quelli nelle retrovie e cioè, senza far nomi, quelle persone che lavorano nell’ombra.

Lei è tra quelli che ha seguito di più la squadra. Come mai in trasferta ogni tanto c'è stato qualche passaggio a vuoto?

Io e il presidente Roberto Allievi abbiamo seguito quasi tutte le trasferte insieme ad altri supporter fedeli e a moltissimi Eagles, che ci accompagnano sempre con la loro energia. Dei passaggi a vuoto ci possono stare, però alcuni sono un po' pesanti e non so dare spiegazioni: forse certe partite sono state prese sotto gamba e altre con poca intensità, specialmente in difesa. Sta comunque di fatto che, quando si incontra Cantù, diventano tutti leoni, pronti a mostrare i denti ed è per questo che dobbiamo saper lottare con più vigore, superare i momenti negativi e dimostrare ciò che realmente siamo.

In casa, a parte Udine, invece si è costruito il solito fortino. Solo questione psicologica?

Contro Udine ci sono state situazioni di gioco negative, non entravano canestri anche con tiri aperti e rimbalzi a nostro sfavore a livello di cifre, per cui male anche qui. Poi loro hanno fatto secondo me la loro miglior partita, trasportati anche dall’entusiasmo dell’ex Hickey. Dalla nostra il tifo degli Eagles, mai domo, e la certezza che abbiamo avuto solo uno stop dal quale ripartire e dimostrare la forza del gruppo.

Dove può arrivare Cantù?

Posso dire che potremo far bene, ma senza allargarmi oltre perché sapete bene quanto sia superstizioso sulla squadra.

Cosa butterebbe via e cosa terrebbe del 2024 terminato?

Butto via la sfiga avuta sin qui e terrei la nostra caparbietà a livello di società nel voler raggiungere quel qualcosa a cui tutti noi ambiamo.

Il 2025 sarà un anno di svolta anche per la nuova Arena. Quanto ti gasa questa cosa?

Ecco la domanda che volevo e mi aspettavo: la nuova Arena, il nostro palazzetto. Dopo cinque anni di duro lavoro, cominciamo a vedere i primi frutti di ciò in cui abbiamo creduto insieme ai meravigliosi socie che ho all’interno di Cantù Next. Abbiamo fatto nascere questa creatura, adesso in simbiosi e come maggioritari azionisti di Cantù Arena, dentro la quale ci sono soci ambiziosi che stanno garantendo il massimo sforzo per l’obiettivo finale. Abbiamo appena concluso l’iter finanziario che ci vedrà legati per lunghi anni alle banche e al Credito sportivo. Vedrete in corso Europa già dalla prossima primavera di cosa sto parlando. E il sogno di tutti i canturini che credono in noi si avvererà.

La proprietà così diffusa, e in grande crescita, continua a essere un unicum. Qual è il segreto?

Spiego prima come è composta la compagine.

Prego.

Insieme all’amministratore unico Lorenzo Longhi si è creato un nuovo gruppo di imprenditori denominato Cantù Sport Holding, della quale... stranamente sono anche io socio, che insieme a Cantù Next (con presidente il sottoscritto...) e Tutti Insieme Cantù (massimo dirigente Angelo Passeri) abbiamo acquisito in toto la proprietà della Pallacanestro Cantù.

Ma torniamo alla domanda.

Abbiamo salvato la Pallacanestro Cantù dopo l’era Gerasimenko e, credetemi, non è stata cosa facile o scontata e spero la gente di qui non si dimentichi facilmente, perché se possiamo andare ancora a vedere la nostra amata a Desio è grazie a molte persone insieme alle quali ci siamo adoperate perché ciò potesse accadere. Ogni tanto ci sono incomprensibili accanimenti nei nostri confronti, e arrivano da persone che non sanno assolutamente quali sacrifici abbiamo fatto. Ciò fa male, visto il grande lavoro che si sta compiendo.

E non è solo questo...

Infatti. Abbiamo ripianato, e lo stiamo ancora facendo, i debiti lasciati dalla gestione precedente, abbiamo costituito Cantù Next che ha gettato l’importantissima base della nuova costruzione di quella che sarà l’epocale Arena per la città di Cantù (e finalmente potremo vedere giocare la squadra in città), abbiamo dato vita a Csh, che si porta in pancia cinquanta imprenditori e professionisti che hanno creduto in tutto ciò che stiamo realizzando, e infine abbiamo costituito Cantù Arena, che insieme ai costruttori e ai soci ha cominciato l’opera che tutti aspettiamo da moltissimo tempo e a breve si vedranno i frutti.

Campionato equilibrato e difficilissimo. Come si rimane tra le protagoniste?

Come si dice, restando sul pezzo, lottando su ogni pallone e in ogni partita per segnare un punto in più degli avversari. Dobbiamo tenere duro e che i ragazzi siano consapevoli di quello che vorremmo essere.. E, visto che siamo oltre il 1° gennaio, auguro a tutti, e specialmente ai veri tifosi, buon anno. Sempre e solo, viva Cantù.

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