Moraschini uomo squadra di Cantù: «Vincere»

Basket L’esordio contro Casale: «Sono qui non per fare 20 punti a partita, ma per aiutare il gruppo»

«Che bell’esordio e confermo: sono a Cantù per tornare protagonista e aiutare la squadra a conquistare la serie A». Un esordio come era nelle aspettative per Riccardo Moraschini, senza forzare troppo, ma senza nemmeno tirarsi indietro. Per la nuova guardia (che poi è anche altro…) di Cantù, il debutto contro Casale ha portato 7 punti, 4 assist e 19 minuti in campo.

«Ho avuto belle sensazioni – ha detto il giocatore, a Cantù da poco più di una settimana -, era da tanto che non giocavo. Troppo, oserei dire. Mi sono divertito, mi è piaciuto cominciare in casa, con i nuovi tifosi e la nuova maglia e con una vittoria. Mi sto ambientando, sto conoscendo la città, i compagni e lo staff. Non è facile entrare in corsa in una squadra organizzata e con delle gerarchie. Ma sono in una squadra che vuole vincere, questo aiuterà».

A posto

Farsi trovare pronto fisicamente era una delle priorità del giocatore: «In campo ho cercato di fare cose semplici e di dare un apporto utile, magari spingendo in contropiede, recuperare qualche palla o creare situazioni per i compagni». Con un unico obiettivo in testa: «Voglio vincere, ed è il motivo per cui sono sceso di categoria. Non sono qua per fare 20 punti a partita e poi magari restare in A2. Voglio fare quello che serve a crescere, come giocatore e come squadra. L’obiettivo è arrivare a giugno con la fiducia giusta per affrontare le sfide decisive».

Con quale ruolo, considerata la proverbiale duttilità? «Con Cagnardi ho scambiato due chiacchiere prima della firma. Sa cosa posso dare nell’impatto, in termini di esperienza e leadership. Sul campo ci conosceremo meglio, e aggiusteremo le cose. Per ora mi ha chiesto di fare più cose e più ruoli: con Casale ho giocato dall’ “1” al “3” e qualche minuto da “4”. Posso spaziare».

Magari, nell’inserimento conterà anche l’aiuto di un amico come Baldi Rossi: «Ha avuto un peso nella trattativa, è vero. Mi ha raccontato tutto di Cantù, dicendomi che con me si sarebbe fatta un’aggiunta importante. Lui è rimasto a Cantù per contribuire ad arrivare in serie A e questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto a firmare. Ritrovarlo tra i compagni è molto bello».

Nessuna delusione o rimpianto per Moraschini, giocatore che fino a pochi mesi fa era in A, Eurolega e Nazionale: «Avrei voluto rimanere ai livelli alti che avevo raggiunto, ma gli ultimi due anni non mi hanno aiutato. Ma io quando firmo lo faccio convinto al 100%. Volevo tornare a giocare, farlo per provare a vincere il campionato è molto stimolante. In A senza coppe o prospettive importanti, meglio scendere per lottare. Stare in A giusto per restarci, non avrebbe avuto molto senso».

Tosto

E l’A2, che Moraschini ha ritrovato dopo alcuni anni, si conferma campionato tosto: «È come sempre difficile, tattico, con squadre magari meno pronte dal punto di vista fisico, ma molto ben preparate soprattutto contro le big. È un campionato non scontato e i risultati lo dimostrano: lavorando su di noi, potremo toglierci grandi soddisfazioni».

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