Non s’era mai vista una Cantù così lunga. E ora torna McGee

La S.Bernardo che ha sbancato Cremona è squadra profonda di organico e con chili e centimetri. Il recupero dell’americano regala ancora più opzioni

Lunga che più lunga non si può. Per profondità del roster e chili e centimetri là sotto, dove Cantù ha apportato i correttivi rispetto alla rosa iniziale. E adesso sta per tornare Tyrus McGee, che in allenamento ha già provato qualche situazione con la squadra dopo il secondo infortunio muscolare.

E così, dopo il successo a Cremona contro la Juvi, Nicola Brienza si ritrova con dodici elementi. Dovrà ruotarli, perché più di dieci alla volta a referto non potrà portarne. Fin qui, a farne le spese, è sovente stato Christian Burns, diventato l’undicesimo dopo il passaggio di status di Gran Basile da straniero a italiano.

Okeke trova spazio

Adesso, con McGee che bussa alla porta dello spogliatoio (potrebbe andare a referto contro Rieti e puntare al derbino con l’Urania) e con Leonardo Okeke che ha ormai rotto il ghiaccio giocando le ultime due gare, la situazione si fa più spessa. Ma il tecnico della S. Bernardo ha dimostrato di avere le idee chiare, facendo già scelte ben precise.

Detto di Burns, l’altro indiziato a fare spazio alla guardia al rientro parrebbe Luca Possamai, zero minuti contro Orzinuovi e giusto una manciata (quattro) a casa Juvi. In un reparto, quello dei lunghi, che può contare su Basile e Dustin Hogue (le scelte di quintetto delle ultime uscite), Okeke e Filippo Baldi Rossi e che, all’occorrenza, può pure tirarsi dietro Riccardo Moraschini da “quattro”, di spazio ce n’è sempre meno, a meno di eventuali indisposizioni o dell’intenzione del tecnico di adottare turnover tra un turno e l’altro, specie quando si giocano gli infrasettimanali.

I minuti, in fondo, sono quelli e anche la sfida dell’altra sera lo ha dimostrato. Brienza, che in un paio di situazioni ha provato a giocare con Baldi Rossi, Basile (29 punti in 22 minuti) e Hogue contemporaneamente, può svariare tra quintetti piccoli e molto più di presenza fisica. Moraschini si è rivelato il jolly che è.

Alla fine ha chiuso con 16 punti, facendo e dando ciò che ci si aspetta da un giocatore del suo calibro. E la convivenza con il compagno di reparto Joonas Riismaa, oltreché con i tre piccoli Andrea De Nicolao, Fabio Valentini e Matteo Piccoli, ha portatio i frutti sperati.

Anche Baldi Rossi ha dato conferma di grande solidità, prendendosi i tiri che doveva prendersi e garantendo presenza sia in attacco sia in difesa. Il capitano non si discute, dentro e fuori dal campo. Alla lunga la sua esperienza sarà fondamentale, al pari dei momenti che gli vengono dati per rifiatare, potrebbe risultare poi determinante nei momenti che contano.

L’affidabilità del roster

A Cremona, a conferma dell’affidabilità dell’organico, i ventisette minuti di regia concessi a Valentini dicono che anche uno del peso di De Nicolao può essere risparmiato in caso di serata storta o in una partita che non nasconda particolari insidia. Una sorta di turnover dentro il turnover che potrà servire nei momenti decisivi del campionato o nella tre giorni di Final Four di Coppa Italia.

Insomma, al quarto successo consecutivo, sono molte più le luci che le zone d’ombra per una squadra che ha dimostrato di saper azzannare le partite e gestirle in maniera molto più matura nei momenti di calo. Anche al PalaRadi, una volta preso un certo margine, l’abilità è stata quella di non perdere la testa. Con un finale comunque in controllo e che ha portato due punti importanti, anche alla luce dei successi di Rimini, che continua a guidare, e Udine, a pari punti.

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