Nwohuocha: «Ho sempre dato tutto. E ora voglio ricominciare a giocare»

Il lungo canturino ha chiuso la stagione all’Acqua S.Bernardo in A2 e va a Vicenza in B

Dalla prossima stagione, Curtis Chinonso Nwohuocha sarà il nuovo centro della Pallacanestro Vicenza in serie B. Il club biancorosso aveva formalizzato e ufficializzato l’ingaggio del cestista canturino (classe 1997), famiglia di origini nigeriane, reduce dall’annata all’Acqua S.Bernardo in A2.

«Al termine del campionato avevo fatto un po’ il punto della situazione, raccogliendo meglio le idee - spiega lo stesso Curtis -. E ho così realizzato che la preferenza l’avrei data a quella realtà stimolante nella quale avessi trovato più spazio e soprattutto maggiori responsabilità. Tra le altre offerte, quella di Vicenza mi è parsa la più adeguata. Per ricominciare a giocare mi è sembrata insomma la soluzione migliore, anche perché avevo già avuto modo di conoscere coach Gabriele Robson Ghirelli».

Una ventina le apparizioni del 27enne canturino quest’anno in A2, al margine però delle rotazioni dei lunghi. «All’inizio della stagione ero un po’ indietro rispetto agli altri miei compagni sotto il profilo fisico-atletico - osserva -, ma mi sono subito applicato con dedizione e intensità e grazie al preparatore ho raggiunto presto la condizione migliore. Quando ho avuto occasione di giocare credo di aver fatto il mio dovere. Certo, si può sempre far meglio, ma ho dato sempre tutto, In allenamento e negli spezzoni di partita. Avrei meritato più minuti? Può essere, ma è un interrogativo che non mi sono mai posto. L’unica cosa a cui badavo era quella di farmi trovare pronto quando sarebbe toccato a me, così da cogliere l’opportunità e ripagare la fiducia. Del resto, ho sempre ben compreso che c’erano delle gerarchie da rispettare».

L’ingaggio di Del Cadia, in prossimità dell’avvio dei playoff, non l’ha in qualche modo destabilizzata visto che si trattava di un ulteriore lungo, quasi a voler significare che non si credeva troppo in lei? «Nient’affatto. In quel momento c’era bisogno di innesti nel nostro pacchetto perché si è provato a far di tutto per mettere la squadra nelle condizioni migliori per salire. E poi io lamentavo un problema al polpaccio».

Il ricordo migliore della stagione? «La vittoria colta a Torino, giunta a interrompere un momento difficile e che ci ha dato tanta energia per andare sino in fondo. O quasi... Perché la serie di finale persa con Trieste resta il rammarico oltre che il dispiacere più grande dell’annata. Ci abbiamo provato, ma non siamo riusciti a coronare il sogno. Con forte disappunto sia per noi sia per i nostri tifosi. Io, poi, nato e cresciuto canturino, l’ho vissuta davvero male questa mancata opportunità di offrire di nuovo una grande gioia ai nostri sostenitori. Auguro a Cantù di salire quest’anno».

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