PalaDozza spesso stregato. Ma non mancano le perle della squadra brianzola

In uno dei templi del basket, Cantù ha perso una semifinale e un quarto di finale scudetto. Nel 2001 il colpo più grosso

Accosti il nome PalaDozza - uno dei templi della pallacanestro italiana - a quello della Pallacanestro Cantù e allora la prima cosa che ti viene in mente - limitandoci quantomeno a quest’ultimo quarto di secolo - è l’appassionante serie della semifinale scudetto 2002 tra Oregon Scientific e Skipper Bologna della quale quest’ultima si appropriò per 3-2 fiondandosi così nella finale tricolore.

Ma già la stagione precedente il mitico impianto di piazza Azzarita (casa delle Effe dal 1957 al 1995, dal 1999 al 2020 e dal 2021 in poi) aveva celebrato l’impresa dei canturini - ultimi in classifica - di coach Sacripanti che il 13 febbraio (del 2001, appunto) avevano battuto al supplementare (68-62) la Paf campione d’Italia in carica guidata da Carlo Recalcati. L’anno successivo, come si accennava, ecco la Oregon presentarsi il 6 giugno al “Dozza” sul 2-2 per giocare la “bella”. Avanti di 9 a 10’ dalla fine, dopodiché, 2 soli punti realizzati nei primi 8’51” del quarto di coda e la Effe di coach Boniciolli che sorpassa con 13 punti pressoché consecutivi di Basile. A 36” dalla sirena è 63-61, ma non ce n’è proprio più (finirà 68-64).

Lancette avanti di un altro anno e questa volta il capitolo riguarda i quarti di finale, ma è di nuovo la Skipper nel frattempo affidata a Repesa a prevalere per 3-1. Il punto decisivo Bologna se lo prende in casa il 22 maggio imponendosi per 86-77 grazie anche al prezioso contributo della panchina (25 i punti fortitudini contro i 7 brianzoli).

Il 15 gennaio 2005 la Vertical Vision deve subire la legge del PalaDozza (è la 15a squadra a lasciarsi consecutivamente le penne tra campionato ed Eurolega) cedendo 83-78 alla Climamio, ma facendo soffrire gli avversari sino alla conclusione (-2 a 12” dal gong).

La stagione seguente il confronto è alla prima di campionato e la Climamio stampa un trentello (87-57) in faccia ai biancoblù, con Dan Gay per la prima volta dall’altra parte dopo le stagioni in Brianza.

Ricordate quel successo ospite nel 2001? Ebbene, da allora 10 sconfitte di fila tra regular season e playoff... Al trend si pone fine l’8 dicembre 2007, con la Tisettanta di coach Dalmonte (ex fortitudino) che passa contro l’Upim di Mazzon per 72-69 cogliendo la vittoria n.950 del club in serie A.

Affermazione al PalaDozza bissata la stagione dopo con l’88-87 il 3 gennaio 2009 della Ngc ai danni della Gmac allenata da Pancotto. Al termine di quel campionato l’Aquila retrocede in Legadue, da dove viene esclusa dalla stagione successiva per inadempienze economiche per essere ammessa in A Dilettanti.

Tornerà nel massimo campionato nel 2019-20, ma niente sfida interna con Cantù perché nel frattempo è intervenuto il lockdown, mentre l’anno seguente il confronto avrà quale palcoscenico l’Unipol Arena di Casalecchio con il successo di Bologna per 75-68. Dopodiché è Cantù a retrocedere. E siamo a oggi, anzi a domani con lo storico scontro che ritorna seppur al piano di sotto.

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