Pasta del capitano: «Cantù, andiamo»

Basket Il leader Baldi Rossi carica la squadra: «Sarà una festa del nostro popolo, uniti per un traguardo»

«Felicissimi di esserci, ma non facciamo confronti con la finale di due anni fa: troppe differenze tra le due situazioni». Cantù se l’è sudata, questa finale playoff contro Trieste. E ora vuole godersi l’unicità di questo grande appuntamento, con tutte le (ovvie) difficoltà del caso. Ma il morale è alto, parola di capitano.

Filippo Baldi Rossi è idealmente alla testa del gruppo, un “primus inter pares” pronto a elargire meriti e pacche sulle spalle: «Siamo davvero soddisfatti per aver raggiunto la finale, dopo una grande serie portata a casa di squadra, dove tutti, ci tengo a sottolinearlo, hanno dato un contributo prezioso». Una serie, quella contro Udine, chiusa tutto sommato in fretta: «Anche questo era un obiettivo, ossia cercare di non tornare più a Desio, se non per la finale. È stata un’ottima serie: nelle prime due partite abbiamo sempre condotto, nonostante siamo stati anche punto a punto. In gara 3 abbiamo sofferto, ma in gara 4 c’è stata una grande reazione».

Atteggiamento

Cosa lascia questa semifinale, in vista della finale? «Mi è piaciuto l’atteggiamento della squadra, che ha reagito per esempio al loro break in gara 4 con le bombe di Caroti e Monaldi. Lo ammetto, quei due canestri mi hanno fatto impazzire, ma ero sereno perché percepivo la squadra molto presente. Aggiustate due cose in difesa, l’abbiamo vinta così». A proposito, si è rivista la difesa, dopo la “pausa” in gara 3: «È tornata al momento giusto. Se allarghiamo un po’ l’orizzonte, è da quasi due mesi che è saltata fuori questa nostra fisicità in difesa. Ci tengo a dirlo, perché nella fase a orologio abbiamo sempre sfidato squadre con obiettivi reali. E in semifinale, abbiamo battuto una squadra che voleva la serie A quanto noi». Ora, il grande appuntamento contro Trieste. Cantù ci arriva dopo quattro partite di semifinale, Trieste dopo tre. E, considerando tutti i playoff, sono due in meno le partite affrontate dai giuliani. Peserà? «Noi abbiamo 45 minuti giocati in più di loro. Abbiamo avuto tutto il tempo per recuperare dal grande sforzo, più nervoso che fisico: avrei tenuto la domenica come giorno d’inizio, ma tutto sommato due giorni in più per tutti non fanno male. E martedì si parte dallo 0-0».

Campo

Con Cantù, però, che potrà contare sul fattore campo: «In finale si parte 50-50, anzi 50,01% a nostro favore per l’eventuale “bella” in casa. Sarà fondamentale difendere il fattore campo nelle prime due partite». Che squadra si aspetta Cantù? È presto detto: «Una squadra che ha disputato un campionato simile al nostro, caratterizzato da tanti infortuni e da qualche alto e basso. Il roster è lì da vedere: è profondo ed è un mix di giocatori italiani che hanno giocato in A, altri esperti per la A2. Reyes è un fattore: lo era in A, figuriamoci in A2».

“Bisogna essere pronti quando conterà”, si è detto spesso. Ormai ci siamo: «È una serie da preparare nei minimi dettagli, ma siamo esattamente dove avevamo programmato di essere. La pressione sarà su di noi, ma dovrà essere un fattore positivo. Il club sta facendo di tutto per riempire il palazzetto. È una festa del nostro popolo, in cui tutti lotteremo per il grande obiettivo».

Baldi Rossi ha già vinto una finale di A2, nella sua esperienza a Trento: 3-0 ad Agrigento ai quarti, 3-2 contro Torino in semifinale, 3-0 contro Capo d’Orlando. Altri suoi compagni, Bucarelli e Nikolic, hanno vissuto l’amarezza della finale persa contro Scafati: «Siamo arrivati alla conclusione che non si devono fare confronti. Ora è un’altra storia. Serve uno sforzo nervoso più che fisico, non ci potrà essere stanchezza. Prepariamoci a vivere quindici giorni a testa bassa». Stavolta, con i tifosi vicini: «Per loro non esserci stati a Udine è stata una sofferenza. Ci hanno aiutati con i loro messaggi e video. Non vediamo l’ora di vederli al nostro fianco».

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