
(Foto di gorini)
Basket A2 La guardia dell’Acqua S.Bernardo è al secondo successo nelle ultime tre stagioni: «Sono d’accordo con Brienza, portare un trofeo nella ricca bacheca di Cantù è un orgoglio»
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«È una Coppa Italia che lascia qualcosa di grande. Sono d’accordo coach Brienza: portare un trofeo nella ricca bacheca di Cantù è un grande orgoglio. Ma il lavoro non è ancora finito…». Vincere e rivincere, a due anni di distanza, lo stesso trofeo, ma con una maglia diverse dà sempre grandi emozioni.
Lo sa bene chi è riuscito in questa impresa, Matteo Piccoli: due anni fa vinse a Busto Arsizio con la maglia di Cremona, si è ripetuto domenica a Bologna con quella di Cantù.
Per il giocatore, la soddisfazione è enorme. Perché è così importante vincerlo? «È un trofeo che vale. Non ti fa essere diverso da quello che sei, ma dà grande consapevolezza che quello che stai facendo è giusto».
E dà anche conferme a livello personale. Almeno nel caso di Piccoli è andata così: «Per me significa molto: non valgo più di chi magari non ha mai vinto nulla, ma sento che sto svolgendo al meglio il mio compito, che quello che sto facendo per la squadra è utile. Purtroppo il duro lavoro non sempre significa vittoria, però è la base del successo. E quando si vince, è una sensazione bellissima».
Piccoli dà meriti a tutti, nessuno escluso, per la vittoria della Coppa Italia Lnp: «McGee è un giocatore che si esalta in momenti come questi. Spero che ora il suo talento possa darci quello che un po’ manca, ossia la capacità realizzativa. Per me uno come lui è perfetto: più ho vicino uno che sa fare canestro, più posso esaltarlo con le mie caratteristiche. Anche Moraschini e Baldi Rossi hanno avuto un grande impatto, non solo per i punti, nella finale. Ma nelle due partite, ognuno ha messo del proprio. la cosa importante sarà arrivare ai playoff con piena fiducia in noi stessi».
Impossibile non fare paragoni con la vittoria della Coppa Italia con Cremona, a cui seguì la promozione in serie A: «Vincere la Coppa Italia è una spia: se nel momento clou sei stato pronto, significa che puoi replicare ai playoff. A noi a Cremona diede tanta fiducia, ci diede la spinta per vincere i playoff. Io dico sempre che vincere aiuta a vincere: ci sono meccanismi nella testa che devono scattare per forza».
E Cantù è arrivata con la testa giusta all’appuntamento bolognese: «Va dato tanto merito allo staff, che ha fatto un gran lavoro quando abbiamo attraversato la fase critica. Non è mai calata l’attenzione, ci hanno aiutato a ritrovare la fiducia: non ci siamo mai demoralizzati».
Infine, un pensiero ai tifosi e alla gente di Cantù, che ha festeggiato un trofeo dopo tanti bocconi amari: «È la parte più bella di questa Coppa Italia. I tifosi di Cantù vivono di basket e ogni tanto avere qualcosa a cui aggrapparsi per essere felici è bello. Per loro, non essere venuti a Bologna è stato un sacrificio enorme. Sarebbe stato bello un PalaDozza pieno, ma è bella anche la loro coerenza».
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