«Questa cantù è squadra altruista e che non molla mai»

Il capitano Baldi Rossi: «Domenica ci sarò, abile e arruolabile, per provare a dare il mio contributo»

Morale alto e ginocchio guarito. Filippo Baldi Rossi scalpita e un posto nei dodici che domenica andranno a referto contro Cento sarà suo. Cantù ritrova quindi il suo capitano, assente nella striscia di cinque vittorie consecutive che ha contraddistinto queste prime frenetiche settimane di campionato.

Tre settimane di stop, a causa di un trauma distorsivo in iperestensione al ginocchio sinistro, con interessamento anche del comparto mediale. Lo scorso anno, fu il ginocchio destro, ai primi di novembre, a toglierlo per un mesetto abbondante da campo.

L’autunno è una stagione da eliminare dal calendario?

Forse è il caso… Ma ora sono contento, sono rientrato nel gruppo per i primi allenamenti con contatto dopo le terapie. Alla fine è stato un infortunio di due settimane, ma sono passate cinque partite.

Sensazioni?

Il ginocchio ha risposto bene ho seguito un buon percorso di riabilitazione: è stato fatto tutto a puntino, sono sempre stato tranquillo. Domenica ci sarò, abile e arruolabile, per provare a dare il mio contributo.

Come battuta di spirito, la scorsa settimana coach Brienza ha detto di voler fare a meno di Baldi Rossi. Tanto la squadra vince lo stesso…

Ah, l’ha detto anche al campo se è per questo: “lasciamolo fuori finché non perdiamo”…

Da involontario spettatore non pagante, che cosa ha apprezzato di questa prima versione di Cantù?

Ho visto con soddisfazione una squadra che difende bene: è chiaramente il nostro punto di forza.

Altre caratteristiche da evidenziare?

È una squadra che non molla mia, che gioca sempre con il coltello tra i denti e che può far affidamento a diverse bocche da fuoco non solo da partita a partita, ma anche nel corso della stessa partita.

L’esempio è Livorno, con sette giocatori in doppia cifra?

Sì ed è un dato importante. Ci sono punti di riferimento riconosciuti, come McGee e Basile, ma gli altri hanno tanti punti per le mani. È una squadra che non ha bisogno di un solo giocatore, ma che può trovare punti risorse da chiunque. Sintetizzando, direi che siamo una squadra altruista: lo dice anche l’alto numero di assist.

I finali punto a punto vincenti stanno diventando il vostro marchio di fabbrica. Come si gestiscono partite così?

Il mix di esperienza e imprevedibilità aiuta in questi casi. Tutti, ognuno con le proprie peculiarità, stanno dando un contributo enorme. E anche quando le cose non vanno, la squadra si rimbocca le maniche e sa rientrare o stare in partita. Questa è l’impronta che Brienza sta dando.

A proposito, che impatto sta avendo il coach su di voi?

È molto organizzato e gli allenamenti sono sempre molto focalizzati sul dettaglio che vuole provare e questo fa divertire. Sono allenamenti che sembrano partite, dopo una parte individuale, una parte giocata c’è tutti i giorni: la squadra lo segue.

Come sta vedendo invece l’amico Moraschini?

È più sereno, perché ha capito che è determinante nel progetto. Sta mettendo in mostra cose che ha sempre avuto nel suo bagaglio: questa leadership lo responsabilizza e lo fa rendere di più in campo. Lo stiamo apprezzando anche da “4”: è un preziosissimo giocatore multitasking.

E tra i nuovi, c’è qualcuno che la sta sorprendendo?

Faccio due nomi: Valentini e Piccoli, due giocatori che ho sempre rispettato per il loro passato. Entrambi mettono una grande energia, tutti i giorni, Piccoli in questo senso è un grande esempio. Mi piace come sappiano cambiare le partite: Valentini con un tiro al momento giusto, Piccoli magari con zero tiri e due palle recuperate. Hanno delle “skills” rare: ce li teniamo belli stretti.

Il primo posto a ottobre significa che…

Che lavoriamo per questo, ma dà solo la misura del nostro buon inizio. Dopo gli ultimi due anni e le varie amarezze vissute, non guardo più avanti della partita contro Cento. Anche perché rientro io, ma perdiamo McGee e quindi va trovato un nuovo equilibrio.
L.Spo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA