
Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Giovedì 10 Aprile 2025
Recalcati: «Il fattore campo? No, nei playoff conterà di più la condizione fisica»
Intervista a tutto tondo con l’icona della Pallacanestro Cantù

Direttamente sul palcoscenico è da tempo che non lascia traccia di sè, eppure dietro le quinte non si perde una sola scena.
E così, se al PalaDesio la presenza di Carlo Recalcati continua a farsi desiderare ormai da parecchio, non altrettanto può dirsi del suo continuo interessamento nei confronti della Pallacanestro Cantù. Intesa come squadra, naturalmente.
Perché davanti al monitor segue ogni partita dell’Acqua S.Bernardo e, nel contempo, lancia molto più di una semplice occhiata anche alle altre squadre di A2.
Insomma, è persona informata sui fatti e dunque l’abbiamo coinvolta. Perché la sua esperienza è fondamentale per entrare tra le pieghe di un campionato che ancora deve emettere i propri verdetti.
A proposito di campionato, quello in corso è estremamente stressante, ma pure molto più interessante. Concorda?
Non c’è dubbio. Questa nuova formula di un girone unico a venti squadre si sta rivelando azzeccata. Il torneo è talmente lungo e logorante che non c’è mai nulla di definitivo. Lo dimostra l’andamento altalenante di quasi tutte le squadre. Tutto ciò contribuisce a favorire l’interesse proprio perché niente è scontato.
Intravede già una squadra rivelazione?
Cividale. Si era un po’ smarrita, ma è ancora lì a giocarsi un piazzamento importante. Un team che riflette alla perfezione l’immagine di Stefano Pillastrini, ovvero di un coach che porta avanti il proprio programma senza farsi spaventare dagli intoppi. Lanciando anche alcuni giovani interessanti.
E quella che più ha tradito le aspettative?
Entrambe le neoretrocesse. Mi attendevo infatti di più sia da Brindisi sia da Pesaro. La pessima partenza le ha probabilmente condizionate per il resto della stagione.
L’allenatore che l’ha più colpita?
Mi ripeto, Pillastrini. Perché ha coraggio. E può permetterselo poiché è sulla stessa lunghezza lunga del proprio club. Mi spiace solo che non sia un giovane...
Veniamo a Cantù: oltre ai ripetuti infortuni che l’hanno perseguitata, cos’è maggiormente mancato alla S.Bernardo?
L’assenza di McGee per due periodi distinti, perché lui è la prima punta, quello da cui vai e ti affidi nei momenti in cui l’attacco latita. Senza Tyrus hanno dovuto (re)inventarsi. E poi quando lo ritrovi non è che le cose si rimettono subito a posto. Non si tratta di un pezzo di ricambio di un’auto... Insomma, ci vuole tempo anche per assimilarne il rientro.
E l’alto numero di sconfitte in trasferta come se la spiega?
Che il cosiddetto “effetto Pianella” non solo tu puoi permettertelo, nel senso che anche in altri campi puoi ritrovarti in una situazione del genere.
Non ritiene vi sia un numero eccessivo di lunghi nel roster biancoblù?
È un problema, certo. Uno in più per Brienza in un certo momento della stagione. L’abbondanza fa comodo quando denunci alcune assenze, ma con tutti presenti diventa più complicata la gestione.
Il giocatore canturino che ha fatto meglio rispetto alle attese?
Pur avendo già un “vissuto” significativo, conoscevo poco Piccoli e confesso che mi ha colpito. Mi piace Possamai, ma deve essere coinvolto come era stato fatto a inizio stagione. E in quel frangente mi sembra abbia reso parecchio.
E quello che è rimasto al di sotto delle aspettative?
De Nicolao, anche se poi si è compreso il motivo. Evidentemente soffriva al ginocchio finché non ha deciso di risolvere il problema, operandosi.
Il giocatore che avrebbe voluto volentieri in una sua squadra?
Come caratteristiche, uno come Baldi Rossi l’ho sempre richiesto perché ti dà la possibilità di cambiare la logica del quintetto. E poi uno come Moraschini, in grado di interpretare più ruoli e di difendere su tipologie diverse di giocatori.
Intanto,a differenza degli anni precedenti, Cantù si è presa la Coppa Italia.
Che non conta, a parole, solo per chi la perde... E poi si tratta di un trofeo che mancava nella bacheca canturina. È “soltanto” di A2? No, è sempre una Coppa Italia.
Guardiamo un po’ oltre: nei playoff è preferibile giungere con il vantaggio del fattore campo oppure con un adeguato stato di forma?
La seconda, non c’è dubbio. La condizione fisico-atletica-psicologica con cui ti presenterai è fondamentale perché per arrivare sino in fondo dovrai giocare un sacco di partite ravvicinate.
Intanto, però, queste ultime tre giornate di regular season si annunciano determinanti per quasi tutte le squadre. Come si riesce a conciliare l’urgenza con la programmazione?
Staff tecnici e medici devono saper combinare la necessità di vincere subito con la programmazione playoff. Questo mese abbondante di lavoro è cruciale. Una o due posizioni più indietro in classifica le potresti però anche barattare con la sicurezza di presentarti pronto e pimpante nella post season.
Quindi fattore campo in secondo piano.
Trieste la stagione scorsa arrivò da dietro, eppure era in formissima e riuscì a guadagnarsi la promozione. E poi nei playoff devi essere capace di andare a vincere in trasferta per rimediare all’eventuale buccia di banana sulla quale potresti essere scivolato in casa.
Nei playoff servirà anche freschezza e Cantù ha qualche giocatore importante in là con gli anni...
Vero, ma non sarà un problema. Intanto perché il roster è lungo e ti permette di poter attingere a forze sempre un po’ più fresche. E in secondo luogo, perché gli uomini di “esperienza” della S.Bernardo sono abituati a giocare i playoff e sanno bene come li si affronta. In quel periodo avrai poco tempo per allenarti e la condizione la potrai mantenere o affinare solo giocando.
Domenica Rimini, vincesse a Udine, riaprirebbe i giochi per la promozione diretta. Non c’è il rischio poi per quella delle due che non salirà direttamente di sbarcare psicologicamente “distrutta” ai playoff?
Quando ti giochi l’accesso immediato, spendi tutto. Energie fisiche e nervose. E con lo stress delle ultime due partite di stagione regolare da dover poi vincere a tutti i costi rischi di non avere il tempo per il lavoro di programmazione. Così, la squadra che non dovesse salire subito potrebbe subire un contraccolpo nei playoff nonostante si possa presentare da seconda.
Eventuali mine vaganti?
Tenderei a escluderle. Perché squadre come Forlì e Fortitudo non le puoi certo considerare tali.
Chi non sale quest’anno quale squadre potrebbe ritrovarsi la prossima stagione in discesa dalla serie A?
Suppongo Pistoia e poi forse Scafati.
Ultima cosa: che ne pensa dei play-in?
A me piacciono. Sono già stati tra l’altri introdotti in Eurolega e Nba e hanno accresciuto l’interesse. Questi di A2 potrebbero essere una sorta di fase sperimentale per verificare magari l’eventuale loro applicazione anche al piano superiore. Diciamo che i play-in aggiungono ulteriore incertezza a un campionato che di certezze non ne ha avute.
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