Resettare e settare, Cantù ha poco tempo

Basket Inutile fare drammi per la sconfitta in Supercoppa, anche se in un ambiente con tanta fame pesa molto

Due verbi, italianizzati dall’inglese: resettare e settare. Cambia poco nella forma, probabilmente anche nel significato per la Pallacanestro Cantù. Nel senso che da qui all’esordio in campionato (domenica prossima a Orzinuovi, guarda caso...) dovrà cercare di metterli in pratica entrambi.

Cominciamo con resettare. Sarà pur sempre la Supercoppa, sarà stato un allenamentone con arbitro, pubblico pagante e diretta streaming in paytv, sarà precampionato allo stato puro, ma perdere non piace a nessuno. Soprattutto se arrivi da una serie infinita di “mai una gioia” e giocavi anche per toglierti di dosso la scimmia del perdente, da qualche anno a questa parte.

«Meglio adesso»

«Meglio adesso che più avanti in campionato». Nicola Brienza - se lo conosciamo un po’ sul podio dei più incazzati - ha centrato subito il problema. Se male doveva andare - come in realtà contro Orzinuovi a Livorno è andata - meglio sia successo prima delle partite che valgono due punti. Da oggi, alla ripresa, passaggio su quel che è stato e testa a quel che verrà. Resettando, insomma.

Ed eccoci al settare. Altra declinazione di termine straniero bella importante. C’è bisogno, dopo quasi due mesi di lavoro insieme. Il tempo per i test è finito. Il calendario dice che le prime tredici partite, bene o male un terzo del cammino, saranno compresse in meno di due mesi, per via dei turni infrasettimanali. Quindi c’è poco da sfogliar verze e ripetere «siamo solo all’inizio» perché rischia di trasformarsi in peccato mortale.

Il coach sa bene cosa vuole da questa squadra e cosa ognuno può dare in termini personali e di gruppo. Deve quindi limare ancora alcune situazioni, specie negli aiuti difensivi, ed evitare che in una partita si possano perdere 23 palle (potenzialmente 69 punti nelle mani dell’avversario). Settando gli... assetti, quindi.

Sarebbe però tafazziano vedere solo il bicchiere mezzo vuoto. Proviamo allora a pensare che tante di quelle 23 palle perse sono arrivate dopo una serie di passaggi che fa ben sperare, nel senso che i giocatori si stanno cercando (sperando che non sia un modo per sfuggire alle responsabilità).

Meccanismi da oliare

E che certi meccanismi non sono ancora oliati perché Riccardo Moraschini deve ancora arrivare e Grant Basile ha avuto prima un problema al tendine post Verona, che si è trasformato in un indolenzimento del polpaccio, e quindi era potenzialmente inutilizzabile. Poi, per chiudere, la ventura di rigiocare subito contro Orzinuovi, avendo negli occhi e nella mente punti deboli e forti della squadra di Franco Ciani. Una sorta di miniserie playoff, nella quale incontri subito chi hai appena lasciato.

Nel pomeriggio in cui anche Andrea De Nicolao si è fatto tirar dentro dal turbo giro dei perdenti palla e Tyrus McGee ha dimostrato di poter essere un porto sicuro al quale affidare tiri e sorti dell’Acqua S. Bernardo, prendiamo e portiamo a casa la buona prestazione di Fabio Valenti, una delle poche note lieti della maledetta esperienza in Supercoppa.

Un po’ alla Rossella O’Hara, già oggi è un altro giorno. Resettare e settare potrebbe essere una buona cosa.

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