«Rimini-Cantù? Importante, ma non ancora vitale»

Sandro De Pol, ex giocatore è ora spalla tecnica alla Rai: «Nel team di casa c’è chi canta e chi porta la croce»

Rimini-Cantù la gioca (in anticipo) Sandro De Pol. L’ex ala di Trieste, Milano, Roma e Varese tra le altre, ora apprezzata spalla tecnica per RaiSport nelle telecronache delle partite di A2, ha analizzato per “La Provincia” le due squadre che oggi si affrontano al Flaminio. Venerdì ha commentato in diretta Udine-Rieti, vinta dai friulani dopo due temi supplementari.

Ora, su Rimini-Cantù, ha le idee chiare: «Sarà importante? Sì, ma fino alla prossima partita… Ormai è chiaro, questo campionato ti fa andare su e ti butta giù in un attimo. Tutte le partite hanno un peso importantissimo. Rimini vorrà aumentare a +8 il margine, per Cantù è importante avvicinare i romagnoli, ma la verità è che manca un’eternità alla fine del campionato». Quindi, in estrema sintesi «sarà una sfida importante, ma non ancora vitale». Anche perché non è un vero e proprio testa a testa. Tra le due squadre ci sono 6 punti e vanno considerate anche Udine e Cividale: «Ricucire lo svantaggio è una cosa che preme parecchio Cantù, ma Rimini magari prima o poi avrà delle difficoltà. Con Udine e Cividale, per forza di cose, entrambe devono fare i conti. E non dimentichiamoci mai che nel girone di ritorno, tutte le squadre di vertice devono considerare la disperazione di chi si deve salvare».

Ma Rimini, per De Pol, non è prima per caso: «Rimini è stata costruita partendo da uno zoccolo duro. In questo tessuto hanno inserito due giocatori di A come Camara e Robinson, oltre a Marini che ha vinto la A2. Le ambizioni con cui è partita Rimini si sono inevitabilmente alzate. La ritengo una squadra costruita con intelligenza, perché coach Dell’Agnello ha diverse alternative».

Le eccellenze? «Camara in area è un fattore, sugli esterni Robinson ha cambiato marcia perché forse ha ritrovato la migliore condizione fisica, che prima non c’era. E poi ci sono giocatori che si conoscono e il vissuto comune è sempre un fattore, specialmente all’inizio». Qualità, possibilità di scelte. In poche parole, Rimini è una squadra completa: «È un gruppo davvero ben costruito: c’è chi canta e chi porta la croce. Chi fa i numeri, chi fa il lavoro sporco, ma risulta comunque utile».

Ma Cantù non è certo da meno per De Pol: «Come al solito, è stata costruita bene, sempre pronta a competere per arrivare fino alla fine in tutte le competizioni. L’acuto non c’è ancora stato, ma prima o poi arriverà. Era già una grande squadra, con l’aggiunta di Hogue lo è ancora di più».

Il duello che potrà infiammare il Flaminio? «È dura trovarne solo uno, perché con i piccoli e con i lunghi e con tanta qualità in ogni reparto, ci possono essere tanti temi e tanta carne al fuoco».

Attento osservatore, non solo per questioni lavorative, del campionato di A2, De Pol promuove il nuovo campionato: «Mi piace, perché c’è grande incertezza. Ci sono 7-8 squadre che possono tranquillamente ambire alla promozione. Mi piace meno il fatto che si stiano lanciando pochi giovani, sicuramente meno rispetto all’anno scorso».

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