Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Martedì 29 Ottobre 2024
S. Bernardo, il segreto? La svolta in difesa marchiata Brienza
Basket serie A2 L’estrema attenzione del coach a non subire è stata trasmessa alla squadra
Cantù all’attacco? Meglio dire… in difesa. Perché i numeri, parzialissimi ma pur sempre numeri, parlano chiaro: la S.Bernardo sta costruendo le sue prime fortune in campionato grazie alla difesa. Tradotto: Cantù, dopo sette giornate, è la squadra che ha subìto meno punti tra le venti di serie A2. La statistica, ovviamente, non tiene conto di Fortitudo Bologna e Avellino: entrambe hanno subìto meno punti di Cantù, ma hanno disputato una partita in meno rispetto a tutte le altre, perché la loro sfida è stata rinviata a data da destinarsi.
Il raffronto
Cantù finora ha subìto 492 punti, per una media pari a 70.3 punti incassati a partita. Sotto quota 500 c’è anche Forlì con 499 (e una media di 71.3), ma c’è già una bella differenza in classifica di 4 punti: 12 per Cantù e 8 per i romagnoli. Quindi, quella di Cantù è una difesa efficace ma anche propedeutica alla vittoria: in due occasioni è stata “sforata” la media, ossia contro Orzinuovi (77 punti, Cantù sconfitta) a Verona (77, Cantù vittoriosa), la miglior prestazione resta quella contro Brindisi, con i pugliesi tenuti a 57 punti al PalaFitLine.
L’efficacia in difesa non va esattamente di pari passo con quella offensiva, anche se Cantù con i suoi 545 punti totali, ossia 77.9 a partita non può certo lamentarsi. Al vertice delle squadre più prolifiche c’è Rimini con i suoi 85.7 di media. Un po’ l’esatto contrario di quanto succedeva l’anno scorso, con una difesa che subiva qualche canestro di troppo (media di 81.2), a fronte di un attacco-mitraglia con 93.7, con il top di 108 punti segnati contro la Luiss Roma.
Numeri molti diversi che, un anno fa e ora, hanno portato di fatto allo stesso prodotto: 12 punti aveva Cantù dopo 7 giornate, altrettanti ne ha racimolati ora, frutto di sei vittorie e una sconfitta. Con Cantù che, sotto la gestione Cagnardi, riuscì alla quinta di campionato a battere la superpotenza Trapani in trasferta.
Non è un caso
Filosofie diverse di gioco, così come anche roster diametralmente opposti: uno votato all’attacco e un po’ sbadato in difesa - un marchio di fabbrica che alla fine Cantù pagò - e una che sulla difesa punta a costruire tutte le sue fortune.
Non che ci si aspettasse qualcosa di diverso, una volta scelto Nicola Brienza come allenatore la scorsa estate. La copertura degli spazi e dell’area fa parte del suo consolidato credo cestistico e il mercato è stato pensato su questa direttrice. Non è un caso che si sia puntato sul talento offensivo, ma con un occhio molto attento a quello difensivo: Matteo Piccoli, Joonas Riismaa, ma anche - seppur con meno evidenza - Fabio Valentini e Tyrus McGee. E certamente, avere giocatori di stazza come Filippo Baldi Rossi, Grant Basile e Luca Possamai una mano di sicuro la dà.
«I campionati si vincono in difesa», un ritornello che si sente da vari protagonisti di Cantù, fin dalla scorsa estate. Ma è chiaro che poi serve la prova del campo. Una nuova via, rispetto agli ultimi due anni - anche Meo Sacchetti era un cultore di un gioco offensivo -, che piace al pubblico.
E quando si perfezionerà anche la seconda parte del credo di Brienza, ossia il contropiede – arma che si vede ancora solo a sprazzi -, allora Cantù avrà davvero trovato la famosa “quadra”.
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