Standing ovation Cantù per Hickey. La sera del primo ko in casa

Basket A2 Difesa, atletismo dei lunghi, pressione, gioco in velocità e tiro le armi di Udine

Se è vero, come ha giustamente dichiarato coach Nicola Brienza in conferenza stampa, che i troppi errori dall’arco (5/26) hanno penalizzato l’Acqua S.Bernardo, è altrettanto vero che sono diversi i fattori che non hanno funzionato nella sfida con l’Apu Old Wild West Udine.

Per Cantù doveva essere la partita della conferma dopo il trionfo di Rimini, invece i biancoblù sono usciti dal parquet di Desio con qualche certezza in meno e al terzo posto in classifica. Unica nota positiva: la contemporanea sconfitta di Rimini a Verona, che mantiene a quattro la distanza dalla vetta, ma resta comunque un panettone indigesto per i brianzoli.

L’Apu ha vinto con difesa, atletismo dei lunghi, pressione a tutto campo, gioco in velocità e precisione al tiro. Tutto ciò che serve per fare una grande partita e che è invece mancato a Cantù. Fattore fondamentale anche la voglia di rivalsa dei tanti ex in campo, a cominciare da Anthony Hickey, che, una volta accesosi, è stato protagonista di una gara di grande qualità.

La vendetta di Da Ros e Pini

A ragione, il pubblico di Desio gli ha tributato un giro di campo con standing ovation al 40’. Non solo Hickey, perché la nemesi si è materializzata anche nelle prove di Matteo Da Ros e Giovanni Pini, due che non hanno di certo lasciato un buon ricordo in Brianza, ma che domenica hanno fatto vedere di che stoffa sono fatti a chi fa il mercato negli uffici di via Como.

L’Acqua S.Bernardo, oltre a faticare all’inverosimile nell’arginare le folate offensive di Hickey, ha concesso un’infinità di tiri aperti ai friulani, i quali, senza farselo dire due volte, hanno martellato con costanza con il play del Kentucky, Da Ros, Mirza Alibegovic, Iris Ikangi e Lorenzo Caroti.

Alla fine i bianconeri hanno registrato ben 13 triple, ma a fare la differenza è stata soprattutto la maggiore fisicità dei lunghi di coach Adriano Vertemati con Xavier Johnson dominante nel pitturato insieme a Pini e Da Ros. Troppe le seconde opportunità lasciate agli ospiti, che in alcune occasioni hanno tentato il tiro anche tre volte di fila nella stessa azione. Alla fine la bilancia dei rimbalzi ha detto 48-38 per l’Apu.

Le occasioni per riaprirla

Cantù ha avuto un paio di occasioni per riaprirla, al rientro dagli spogliatoi e a cavallo tra la terza e la quarta frazione, ma alcune disattenzioni hanno sempre permesso a Udine di mantenere la distanza di sicurezza. Bene i locali dalla lunetta con l’86%, anche se si sarebbero potuti sfruttare meglio i problemi di falli degli ospiti.

Peccato, perché è comunque piaciuta la voglia di tenerla aperta fino all’ultimo di alcuni biancoblù, in modo particolare Riccardo Moraschini e Tyrus McGee. Per gli altri, invece, più ombre che luci, con i piccoli che non sono mai riusciti a trovare la via del canestro. La stoppata di Ikangi su Andrea De Nicolao è la foto perfetta del match.

Persa l’imbattibilità casalinga, adesso testa alla trasferta con il fanalino di coda Piacenza in programma sabato alle 18.

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