Torino? Ricetta Brienza. «La cattiveria agonistica mostrata con Brindisi»

Basket A2 Le parole del coach di Cantù sulla sfida di domani: «Dovremo avere un occhio di riguardo per i due stranieri»

Cantù punta a darsi una precisa identità: in poche parole, a diventare la “Cantù di Brienza”. Più di qualcosa si è già visto nelle due partite vinte contro Rieti e Brindisi. Domani, nella sfida interna contro Torino, la S.Bernardo può dare ulteriori conferme in questa direzione. Ok i punti in classifica, necessari, ma prima di tutto il tecnico canturino guarda al modo di porsi e di interpretare le partite.

«Sono soddisfatto»

«Sette nuovi giocatori e un nuovo allenatore – spiega Brienza - devono avere un linguaggio comune. Ed è un processo che richiede del tempo: dopo tre giornate, a noi interessa creare un’identità». Giocare tanto, come ora, non è necessariamente un male. Anzi: «Ritengo che Cantù stia crescendo. Da una parte giocare tanto fa perdere un po’ di energie, dall’altra invece l’essere tanto in campo aiuta a risolvere delle problematiche o delle situazioni che si possono verificare».

Ora arriva Torino, reduce da un pesante ko interno contro Udine: «Rimane negli occhi la sconfitta contro Udine, ma hanno ben interpretato tutte le prime sfide di campionato. Hanno costruito un roster di prospettiva, con tanti giovani da sviluppare grazie a un coach di grande valore. Dovremo avere un occhio di riguardo per i due stranieri, ma dovremo guardarci dal collettivo e dalla loro voglia di rifarsi».

Riproporre la stessa versione di Cantù apprezzata contro Brindisi sarebbe un ottimo punto di partenza: «Servirà la stessa cattiveria agonistica e dovremo essere bravi a ricaricare le energie mentali e fisiche. Con l’aiuto del nostro pubblico dobbiamo cercare un ulteriore step in avanti rispetto a quello che è il nostro percorso».

Il lavoro cominciato ad agosto sta portando frutti, in parte già visibili: «Sì, sono soddisfatto al di là dai risultati. Ovviamente dopo due vittorie siamo più contenti, ma i messaggi che la squadra ha dato sono importanti: stiamo costruendo un percorso nuovo».

E, mentre si cresce, spuntano all’orizzonte nuove possibili concorrenti. L’esempio è il terzetto in testa, Urania e Juvi in particolare: «Non sono partite con un obiettivo dichiarato di alta classifica, ma il loro essere a punteggio pieno conferma ciò che dico da settimane: ci sono tantissime squadre di primo livello».

«Roster determinante»

Su panchine e roster lunghi, le idee sono chiare: «Per noi è la terza partita in una settimana e la prossima ne avremo altre due: è come giocare le coppe. Avere un roster un certo tipo è determinante, non si può pensare di poter spremere più di tanto alcuni giocatori, ma bisogna sempre cercare di avere un buon equilibrio, al netto delle gerarchie che pure ci sono. È la qualità complessiva della squadra che permette di raggiungere i traguardi».

Infine, un pensiero per l’amico Pino Sacripanti, dopo le dimissioni da Pesaro per motivi personali: «Mi sono sentito via messaggio con lui, sono dispiaciuto umanamente. Quando capita qualcosa a un amico e collega, c’è voglia di stargli vicino, sperando che sia una situazione temporanea. Lo aspettiamo quanto prima al palazzetto».

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