Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Mercoledì 22 Gennaio 2025
«Vero, Cantù poteva e deve fare meglio. Ma ce la giochiamo»
Intervista con Sandro Santoro, general manager dell’Acqua S.Bernardo
Non è il momento di fare bilanci. Ma ci si può fermare un attimo, lasciare il logorio della vita moderna di un professionista dello sport e fare una riflessione. A freddo. E con in mano parecchi elementi. In più, a ridosso di una sconfitta. Abbiamo costretto Sandro Santoro, gm dell’Acqua S.Bernardo Cantù, a darci retta. Questo il risultato.
Santoro, sesta sconfitta stagionale. Va tutto bene?
Passa come sempre tutto dall’analisi del momento. Mi fa piacere pensare che anche dopo questa battuta d’arresto - inaspettata ed evitabile - ci possa essere la consapevolezza di giochi ancora del tutto aperti. E che, a fronte della discontinuità di una caduta, questa e le precedenti, in mezzo a cicli di vittorie, non si sia compromessa la situazione.
Colpa, o merito in questo caso, del grande equilibrio?
Il nostro discorso è ovviamente estendibile alle squadre che possono ambire a salire. E non lo ridurrei solo alle prime tre, con Rimini e Udine alla pari e noi a due punti di svantaggio. È stato dimostrato dai fatti che ognuno possa vincere o perdere contro chiunque. Al giro di boa e dopo le prime gare del ritorno questa tendenza è più che mai confermata.
Però, ora che si entra nel vivo della stagione, non può diventare un alibi. O l’alibi.
Non dobbiamo distogliere la mente dal fatto che, anche alla luce della problematica, abbiamo compensato nel miglior modo possibile l’assenza di colui che dovrebbe essere il giocatore più importante del nostro roster e, allargando il discorso, anche del campionato.
Quanto vi è mancato McGee?
Cominciamo a dire oltre le dieci partite che ha saltato. Perché se ci aggiungiamo le due nelle quali si è infortunato arriviamo a dodici. Più della metà delle gare disputate. Essere dove siamo, anche alla luce di questa pesantissima assenza, diciamo che non è da buttare.
Ci sta quindi dicendo che i tifosi possono ritenersi soddisfatti?
Vi dico che tutti noi sappiamo bene che si poteva fare, e si deve fare, di meglio.
Guardiamo in casa delle altre: Rimini senza Johnson perde quattro partite. Udine pure avendo qualche problema e sostituendo Pini e Stefanelli con Pullazi e Pepe ha sempre contato sugli americani. Voi...
Noi abbiamo stretto i denti e chiesto più di un sacrificio ai giocatori, che si sono dovuti adattare anche in ruoli e situazioni non loro. Ma che lo hanno fatto con grande determinazione attaccamento. Ovvio, resta il problema McGee da risolvere, trovando il modo di rimetterlo in pista e magari pure velocemente.
Torna d’attualità l’opzione di sostituirlo?
Non abbiamo ancora la certezza assoluta su quando potrà tornare a fare lavoro standard con la squadra. Ci è andato molto vicino, ma poi ha avuto un indurimento muscolare che ha allungato i tempi. C’è una speranza, ma molto flebile, che possa fare qualche minuto a Milano.
Nel caso non ci fossero le garanzie necessarie?
Obiettivamente credo che si possa cominciare a valutare la situazione alternativa. Perché dopo le trasferte con Urania e Fortitudo, di per sé già durissime, bisognerà cominciare a pensare alla Coppa Italia, agli scontri diretti con Udine e Rimini e alla fase decisiva della stagione.
McGee, McGee e ancora McGee. Quanto pesa stare senza?
Enormemente. Era l’uomo al quale affidarsi nei momenti in cui si cominciava a fare fatica a trovare soluzioni offensive. Rimini è il caso lampante: pur non nella sua partita migliore, ha dato il “la” al successo in trasferta con due tiri da tre, uno da due e due liberi in successione. Tyrus significa un alto tasso di imprevedibilità. E poi, per dirla tutta...
Per dirla tutta?
Non abbiamo ricevuto alcun impatto dal passaggio a italiano di Grant Basile. Potevamo trarne un vantaggio, non è praticamente mai accaduto di averli insieme. Per intanto, lo abbiamo affidato allo staff tecnico, medico e a tutti quanti lavorano con lui tutti i giorni.
Eppure la quota promozione diretta dista appena due punti. Così come alla squadra non è mai capitato di incappare in più di un ko di fila...
Segnale che la qualità c’è e che la capacità di reazione pure. Il tutto dovuto alla profondità del nostro roster. Abbiamo chiesto un grandissimo sacrificio a Piccoli, compensato con Riisma, trovato soluzioni in De Nicolao e Valentini, sfruttato Moraschini - Orzinuovi e Cremona la conferma - come uomo capace di entrare in striscia e darci quel che ci ha dato.
A fronte di una difesa che ha spesso funzionato, non altrettanto si può dire dell’attacco...
Non per prendere le difese di qualcuno, ma è il risultato di quanto ci siamo già detti. Se lotti come un forsennato, facendo magari più di quello che ti era chiesto, poi rischi di non essere lucido offensivamente.
Per tutto quello che avete trascorso insieme, quanto le piange il cuore vedere il ruolo da comprimario di Burns?
Tantissimo. Essendo stato giocatore, posso anche comprendere quello che sta vivendo. Lui che ha avuto una carriera lunga e piena di soddisfazioni sono certo possa dare ancora alla sua attività. In questo momento, qui a Cantù abbiamo obiettivi e ambizioni che non lasciano spazio ai sentimentalismi, ma Chris, con grande maturità, ha dato esempio di capire il contesto e si sta sacrificando da professionista.
Cosa potrà dare Okeke a questa Cantù.
In termini di energia, fisicità e atletismo molto. Siamo solo all’inizio. Ha fatto molto bene nelle prime due partite, molto meno la terza con Rieti. Ma anche questi alti e bassi sono figli di quanto ci siamo detti prima. In più, per lui si aggiunge l’handicap della lunga inattività, quindi l’esigenza di ritrovare il ritmo partita, che è molto differente dalla condizione fisica. E nel ritmo, ovviamente, si rientra soltanto giocando.
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