Viganò, dal Nibionno alla A2: «Che emozione»

Protagonista «Il momento in cui Brienza mi ha chiamato è stato quello di massima tensione. Poi andando in campo è venuto tutto naturale»

Solo lo scorso maggio giocava con il Nibionno l’ultima partita di Divisione Regionale 1 (l’ex serie D) a Castano Primo. Cinque mesi dopo si è trovato con indosso la maglia di serie A2 dell’Acqua S.Bernardo, è entrato in campo a Desio e ha segnato il primo canestro tra i professionisti. Un salto pazzesco quello compiuto da Mattia Viganò (detto Giga, perché tra gli under era un gigante), l’ultimo arrivato tra i prospetti del Progetto Giovani Cantù.

«Un’emozione incredibile e che faccio fatica a descrivere» confessa il ragazzo del 2006 di Costa Masnaga, che torna così sul suo debutto. «Il momento in cui Brienza mi ha chiamato è stato quello di massima tensione. Poi andando in campo è venuto tutto naturale. Ho tagliato verso il canestro e mi sono trovato la palla tra le mani dopo un assist preciso. Inizialmente mi sono girato e ho cercato qualcuno, perché non sapevo cosa fare... Ma siccome ero sotto l’anello mi sono detto che non potevo mancare questa occasione».

Se qualcuno pochi mesi fa te l’avesse detto ? «Avrei risposto che era un pazzo. Io sono andato spesso a Desio da tifoso con mio padre e mio fratello, e trovarmi in campo è stato incredibile».

Viganò arriva dal Costa Masnaga dove per dodici anni ha fatto tutta la trafila dal minibasket fino a diventare maggiorenne (con gli ultimi due anni anche in Dr1). Già la stagione scorsa era in doppio utilizzo come under nel Pgc (l’aveva cercato anche Orzinuovi), poi da quest’anno è diventato a tutti gli effetti solo canturino. Aggregato dalla preseason, era già andato in panchina due volte sempre in casa contro Brindisi e Torino, e non si può dire che non abbia bruciato le tappe.

«Ho l’ultimo anno di scuola a Lecco prima della maturità e quindi non sempre riesco ad essere presente agli allenamenti della mattina. Anche per questo motivo - dice - non mi aspettavo di andare in campo. Poi c’è stato l’evento dell’infortunio di Baldi Rossi, e così si è liberato un posto in panchina. Ma devo dire che a Cantù ho sentito subito grande fiducia da parte di tutto l’ambiente. L’accoglienza è stata fantastica e mi trovo benissimo con tutti i compagni».

Ci saranno altre occasioni? «Non sarà facile anche perché sappiamo quanto il roster sia forte e completo. Ma lo uso come stimolo per lavorare sempre di più. Non posso che ringraziare l’allenatore che fin dal primo giorno mi ha fatto sentire a mio agio, pur essendo il più piccolo del gruppo, e per la fiducia che mi ha dato mandandomi in campo».

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