Viva, morta o X: Cantù, è già tempo di gara 2

Finale L’Acqua S. Bernardo Cantù è partita con l’handicap e la Pallacanestro Trieste ne ha subito approfittato

Viva, morta o X? Chi non ci crede è meglio che resti a casa. Perché tre partite bisognava vincere e - anche se c’è una possibilità in meno - le opzioni restano intatte. A cominciare da stasera, gara due della serie di finale playoff, alle 21 al PalaFitLine di Desio. L’Acqua S. Bernardo Cantù è partita con l’handicap e la Pallacanestro Trieste ne ha subito approfittato, guadagnandosi il vantaggio del fattore campo, che ora ha cambiato padrona.

Situazione non nuova per il quintetto di Jamion Christian che nei playoff vola alla velocità della luce di sette vittorie su sette, cinque delle quali (tra Torino, Forlì e Cantù) in trasferta. Una condizione straordinaria e che pare non conoscere rallentamenti, tra uno straniero (Reyes) che c’è stato poco fin qui e un’inerzia non cambiata nemmeno dopo la lunga pausa tra semifinale e finale.

La bellezza dei playoff sta nel fatto che tutto possa cambiare da un momento all’altro e che anche le certezze più solide possano crollare in un amen. È arrivato il momento, insomma, di aggredire la serie. Fattore che è mancato in gara uno e che è pesato come un macigno per tutta la partita. Soprattutto quando la squadra ha dovuto spendere energie fisiche e mentali per colmare un gap importante. Portatasi poi sul +3, con un palazzo mai stato così nelle ultime stagioni, l’11-0 di break negativo a smorzare ogni velleità.

Trieste, soprattutto coach Christian, è stata brava a mettere subito la gara sul piano partita preferito, riempiendo l’area difensiva e sfidando la S. Bernardo al tiro. E quando in una finale promozione arrivi a concludere più volte da tre che non da due o sei Nembo Kid (sì quello vero, l’Antonello Riva delle Coppe dei Campioni canturine) o inevitabilmente corri il rischio di far precipitare percentuali.

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