
( foto Gorini)
Oggi la semifinale di Coppa Italia. Il capitano: «Vogliamo tornare a Cantù con qualcosa di importante». L’altro: «Primo vero obiettivo»
BASKET
Uno (Riccardo Moraschini) l’ha vinta nel 2021 con l’Olimpia Milano. L’altro (Filippo Baldi Rossi) non ce l’ha nel personale palmarès, proprio come la Pallacanestro Cantù. L’8 e il 9, come spesso vengono ribattezzati i due giocatori emiliani, sono però entrambi desiderosi di regalare ai tifosi, e regalarsi, un trofeo dopo alcuni passaggi a vuoto.
Cantù, del resto, è sempre rimasta a bocca asciutta in Coppa Italia. Negli anni d’oro delle coppe e degli scudetti, non è mai arrivata in finale. La prima volta fu nel 1997, quando nella Final Four di Casalecchio di Reno fu sconfitta dalla Virtus Bologna 75-67. Nel 2003 fu battuta a Forlì da Treviso 86-77 - si era passati al nuovo format della Final Eight -, mentre nel 2011 e 2012 Cantù fu battuta da Siena in entrambe le edizioni, disputate a Torino: 79-72 e 88-71, con il secondo titolo revocato alla Mens Sana anni dopo.
In A2 non è andata meglio: Cantù perse la finale del 2022 a Roseto degli Abruzzi contro Udine 74-55, sempre battuta in semifinale nelle tre edizioni successive.
Con la Coppa Italia, Cantù ha evidentemente un conto aperto. Sarà la volta buona? Ci spera molto il capitano Filippo Baldi Rossi: «Siamo molto carichi, per il semplice fatto che affronteremo la prima della classe. La partita contro Udine a dicembre non l’avevamo digerita bene, in trasferta pochi giorni fa invece siamo rimasti in partita fino al 40’».
Per un ex Virtus come Baldi Rossi, giocare al PalaDozza rappresenta uno stimolo supplementare: «Vogliamo tornare a Cantù con qualcosa di importante. Inoltre, per me Bologna è un posto importante, c’è tanto del mio passato. Come arriviamo alla Final Four? Il nostro obiettivo è stare lì tre giorni, abbiamo tenuto molto alto il livello negli allenamenti, abbiamo spinto e tutti, con l’idea di rispettare questo evento, con la voglia di vincerlo».
Riccardo Moraschini non vede l’ora di scendere in campo: «Sono partite secche, in cui tutto può succedere, ma sono anche le competizioni che amo di più, che arrivano in pieno campionato e non alla fine, e danno una chance per vincere». Per l’esterno canturino, la Coppa può essere vista come una tappa: «Credo che rappresenti il primo vero obiettivo di chi ambisca alla promozione, può dare entusiasmo in più per il finale di stagione. Abbiamo molta voglia di vincere un trofeo, per i tifosi, il club e per noi». E Udine? «Loro sono molto forti, ma lo siamo anche noi».
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