Como calcio / Olgiate e Bassa Comasca
Venerdì 24 Gennaio 2025
A Bergamo l’origine del Como show
All’andata la squadra di Fabregas per la prima volta gioca da grande facendo emergere il valore di Paz. Quella sfida è stata uno spartiacque ideologico, facendo intuire a tutti che gli azzurri avevano qualcosa di diverso
È stata la prima vittoria in campionato. Ma è stata soprattutto la prima volta in cui il Como ha dimostrato di avere qualcosa di speciale, la prima volta in cui la serie A se ne è accorta e ha cominciato a guardare la squadra di Cesc Fabregas, e le qualità dei suoi giocatori, con occhi diversi.
Atalanta-Como è stata qualcosa di ben oltre quei primi tre punti. Oggi è già tutto diverso, se il Como domani anche dovesse vincere la - sempre difficilissima - partita di ritorno contro i nerazzurri la sorpresa sicuramente sarebbe meno grande, meno eclatante. Quella sera a Bergamo invece fu un’esplosione, una deflagrazione che lasciò annichiliti Gasperini e i suoi uomini. E anche un po’ tutto il campionato.
Una partita che sarebbe comunque stata ricordata per la questione del rinvio, il diluvio che si abbattè su Bergamo e che dopo vari tentennamenti indusse l’arbitro a rinviare la gara al giorno dopo. I tifosi non la presero tanto bene, chiaramente. Ignari, come tutti, del fatto che invece quello potesse essere un segno positivo del destino.
Con occhi diversi
E ignari di come poi sarebbe finita lo si è stati tutti anche nelle fasi iniziali della partita, quando l’Atalanta sottopose il Como a una pressione pazzesca, arrivando dopo meno di venti minuti al gol. Forse convinta che sarebbe bastato poco per archiviare la pratica: la squadra di Fabregas in fondo era arrivata a Bergamo con due soli punti raccolti in quattro partite. Ma quella sera il Como per la prima volta giocò da grande, alla pari con i grandi, senza nessuna paura. E al Gewiss Stadium sfoderò carte e capacità che fino a quel punto non si erano ancora viste.
Già prima dell’intervallo si era capito che il ruolo di vittima sacrificale non era nelle corde dei ragazzi di Fabregas.
Fu anche del resto quella la gara in cui per la prima volta emerse in tutto il suo splendore il talento di Nico Paz, ma non solo il suo.
In ogni zona del campo il Como prese il dominio: in mezzo c’erano Sergi Roberto e Perrone, Van der Brempt era alla sua prima gara da titolare, un’orchestra che funzionava a meraviglia.
A testa alta e con una impressionante dimostrazione di qualità e personalità il Como segnò tre gol in dodici minuti, numeri da record. Prima Strefezza, poi un’autorete su tiro di Paz, poi Fadera. E si capì sin da subito che quel ribaltone non era stato un caso, ma che nelle gambe e nella testa del Como c’era la volontà, e c’erano le capacità, per arrivare a una rimonta del genere. Da quel giorno, indipendentemente dai risultati che poi seguirono, tutti hanno cominciato a guardare il Como con occhi diversi. E anche la stessa squadra probabilmente ha iniziato da quella sera ad avere di sé una consapevolezza veramente differente. La stessa che ha consentito di andare a dare spettacolo a Napoli, di giocare una eccellente gara sul campo dell’Inter. Di non avere paura di nessuno.
Pietra miliare
È certamente da lì che si è cominciato a parlare di più dello stile di gioco di Fabregas, e a considerare il Como qualcosa di diverso da una semplice squadra che lotta sul fondo della classifica. E non solo perché è una società più ricca delle altre, cosa che in fondo sino a quel punto era stato l’unico particolare che aveva destato attenzione.
Atalanta-Como è stato uno spartiacque ideologico, è stata la sera in cui il Como ha alzato la mano per dire “guardateci, noi non siamo come gli altri”. Non necessariamente superiori, anche se quella sera il Como lo fu, ma diversi. Una diversità che è costata anche qualche inciampo pesante, che richiede lavoro, che non sempre ha avuto sul campo le soddisfazioni che avrebbe meritato.
Ma quella partita resta una pietra miliare nel cammino biancoblù, qualcosa che resterà nella storia, di questa stagione e non solo. E prima di questa sfida, anche se tutto potrebbe andare diversamente, va assolutamente ricordata. Anzi, andrebbe ricordata ogni volta che il Como scende in campo.
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