Buon appetito, Como

L’undici di mister Fabregas in campo alle 12.30 contro la quotata Fiorentina. Soltanto 7 i punti conquistati dagli azzurri in trasferta, con la miseria di 9 gol in 12 partite

Messa lì tra la Juventus e il Napoli, questa trasferta di Firenze per il Como non è esattamente il viaggio più rilassante che possa capitare. Ma qui di rilassarsi nessuno sente il bisogno, l’adrenalina di Cesc Fabregas è sempre al top, specie quando si tratta di affrontare avversari dal nome importante, e che a lui piacciono.

Perché della Fiorentina il tecnico del Como parlava spesso soprattutto nei mesi scorsi, indicandola come una delle sue squadre di riferimento, in un certo senso. Poi, come lui stesso spiegava l’altro giorno, il modo di giocare dei viola è un po’ cambiato - «un po’ più difensivo», che per lui è quasi una bestemmia -, ma certamente non cambiano le motivazioni che animano Fabregas.

Che in più ora, oltre al continuo lavoro di inserimento di nuovi giocatori e di ricerca di alternative sempre più efficaci, porta con sé anche il rammarico, o chiamiamola pure rabbia, per una serie di situazioni culminate nell’episodio del rigore non concesso contro la Juve. Cose da mettere in conto, ma che possono regalare anche quel pizzico di forza in più. A lui e alla squadra. E che oggi potrebbe servire tanto.

C’è poi un altro aspetto che con il passare delle giornate comincia a essere un po’ troppo incongruente rispetto alle prestazioni del Como e a cui bisognerebbe dare una sterzata. Ovvero il bottino misero raccolto in trasferta, pur non mancando le buone prestazioni esterne. Sette punti soltanto, contro i quindici raccolti al Sinigaglia. Solo il Venezia fuori casa ha fatto peggio, persino il Monza ultimo in classifica ha ottenuto lo stesso bottino esterno del Como.

La squadra di Fabregas resta molto vulnerabile quando esce dalle sue mura, e soprattutto fa tanta fatica a segnare: 9 gol in 12 partite esterne contro i 19 in altrettante gare in casa. Il Como è la squadra che in trasferta ha segnato meno di tutti. Certo, non è Firenze forse il campo più facile su cui invertire la tendenza, ma non lo era neppure quello della Lazio, dove il Como avrebbe potuto anche meritarsi la vittoria. Non lo era San Siro, dove l’Inter è stata messa in seria difficoltà. Non lo erano Napoli e Bergamo, eppure...

Venendo alle scelte di Fabregas, qualche sorpresa con lui può sempre esserci, ma non ci sono motivi per pensare a cambiamenti sostanziali rispetto alla formazione che ha tenuto testa alla Juve.

Alla mancanza di Fadera, ancora squalificato, si supplirà probabilmente allo stesso modo, quindi con il trio Strefezza-Paz-Diao alle spalle di Cutrone. Ex viola anche Patrick, così come ben più fresco lo è Ikoné, su cui però Fabregas si è espresso dicendo che ha ancora bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi al meglio. Stessa cosa ha detto su Douvakis, che però certamente gli è piaciuto molto nel suo primo approccio di settimana scorsa.

L’unico vero dubbio espresso dal tecnico è sul possibile impiego di Kempf, che ha recuperato dall’infortunio e potrebbe anche essere in grado di giocare dall’inizio, ma nessuno vuole correre rischi. Una valutazione che Fabregas si è riservato di fare all’ultimo, memore anche delle ricadute di Moreno e Van der Brempt, che infatti oggi mancheranno ancora. Così come Sergi Roberto e Gabrielloni.

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