
(Foto di Cusa)
La felicità del portiere del Como dopo il successo contro il Genoa
Una cena per festeggiare dopo la salvezza. Saranno – a quanto pare - festeggiamenti sobri quelli che stanno organizzando i tifosi del Como, per brindare alla permanenza in serie A dopo la promozione di un anno fa. Lo rivela Jean Butez, portiere di un Como che non prende gol da tre partite consecutive. L’ultimo, risale ai minuti iniziali della vittoriosa trasferta a Monza, del tutto ininfluente quindi sul risultato finale. «Faremo qualcosa insieme, è giusto così – rivela il portiere francese, arrivato lo scorso gennaio dall’Anversa dove era ai margini della squadra -, ma solo dopo la partita contro il Parma. Ci vuole un momento così, dopo una salvezza così importante per il Como. Pagherà Fabregas la cena? Penso proprio di sì…».
Como salvo, Como anche più solido in difesa dopo in inizio di stagione in cui una delle poche certezze era il gol incassato in partita. I dati sono in grande miglioramento, dopo una partenza (lunga) in cui la squadra aveva sempre subìto almeno una rete. Il Como era stato quattro mesi senza riuscire a fare un clean sheet: il primo è arrivato addirittura a dicembre contro la Roma.
Poi, sempre a dicembre, c’era stato quello contro il Lecce. Quasi due mesi dopo, a febbraio, il terzo contro la Fiorentina. Ora, ne sono arrivati tre consecutivi contro Torino, Lecce e Genoa. Merito del portiere o della difesa? «È una situazione piacevole non subire gol. Anche contro il Genoa ho avuto poco da fare, quindi molti meriti vanno alla difesa. oggi per me. Si avverte che la squadra lavora bene insieme per non prendere gol, con carattere e maturità. Per me non prendere gol è occasione per prendere sempre più fiducia. E vincere quattro partite consecutive in serie A, per una squadra neopromossa come la nostra, non è una cosa che capita tutti i giorni». E, infatti, non succedeva da 73 anni…
Apprezzatissimo per la sua gestione nel pallone con i piedi, ma anche per la sicurezza che ha nello specchio, Butez si fa apprezzare anche nelle uscite. Nel primo tempo ha rischiato qualcosa, perdendo il contrasto con Ahanor, la cui conclusione è terminata sul palo: «Mi piace uscire, andare e provare ad anticipare l’attaccante. Credo sia meglio provare a prevenire, piuttosto che restare in porta ad aspettare una conclusione. Nell’azione in questione, sentivo che sarebbe stato meglio fare così. In più, mister Fabregas mi chiede sempre di stare un po’ più alto in campo».
Il Como ha superato il Genoa e punta chiaramente a soffiare al Torino il decimo posto. C’è una sorta di patto siglato nello spogliatoio? «È vero, ma non c’è nulla di scritto – scherza, in un ottimo italiano -: abbiamo parlato del finale di stagione quando siamo stati in ritiro a Marbella. Ci siamo detti che avremmo provato a vincere tutte le partite, o più possibile. Sta andando bene». Non solo, questo finale di stagione è già una proiezione sul prossimo campionato: «Per noi è importante non fermarci e continuare a crescere in vista della prossima stagione. Che, finalmente, siamo certi di giocare in serie A. Vogliamo dimostrare al mister e alla società che possiamo essere ancora tutti qua a Como l’anno prossimo». E Butez ci sarà ancora? «Certamente, io resto qua».
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