Como calcio / Cantù - Mariano
Martedì 10 Dicembre 2024
Cantù a Desio è una sentenza. E Hogue l’ha già stregata
La situazione Una settimana di discorsi, di riflessioni e di autocritica e Cantù è tornata in campo mostrando tutto un altro volto
Una settimana di discorsi, di riflessioni e di autocritica e Cantù è tornata in campo mostrando tutto un altro volto. A Pesaro, la squadra non era stata sé stessa. Contro l’Urania ha praticamente vinto la partita nel primo quarto e, altra nota positiva, non ha mai prestato il fianco per eventuali ritorni di fiamma, come era successo altre volte.
Il risultato? Ha inflitto un “trentello” agli avversari, che è anche la miglior prova stagionale in questo senso, dopo il +29 rifilato alla Fortitudo Bologna meno di un mese fa. Una Cantù forse anche punta e ferita nell’orgoglio ha rimesso le cose immediatamente in ordine, approfittando come meglio non poteva del turno casalingo e delle sconfitte di Cividale e Udine.
Del resto, se Cantù ha avuto qualche tentennamento-imbarcata-giornata “no”, è stato sempre e solo lontano da quel PalaFitLine di Desio che, come è successo anche nelle annate precedenti in A2, si sta dimostrando un’autentica fortezza. In casa, Cantù non stecca mai: sei vittorie su sei partite disputate. E ora che c’è anche Dustin Hogue nel roster, la S.Bernardo ha tutto per tornare a essere ancor più protagonista.
A bocce ferme, Michele Carrea, assistente di coach Nicola Brienza, commenta la partita e la diversa mentalità messa in campo dalla squadra rispetto a Pesaro: «I giocatori avevano il desiderio di mostrare una reazione dopo Pesaro. Ci sono riusciti, ed è stato bello farlo in casa con una partita completa dal punto di vista tecnico, agonistico e mentale, con un “focus” molto chiaro». Dove arrivano i meriti di Cantù e i demeriti dell’Urania? «La verità è che l’Urania, anche nelle sconfitte, è sempre stata in partita e competitiva. Quindi, ritengo che ci siano più meriti nostri se siamo riusciti a rendere agevole una sfida contro una squadra solida. E il merito va dato tutto ai ragazzi».
Anche Hogue, sbarcato in Italia e a Cantù meno di una settimana fa, è stato prezioso: «È arrivato giovedì e non giocava da sei mesi: ha già fatto tantissimo. Ha caratteristiche che si sposano bene nel nostro gruppo, senza contare l’esperienza e la leadership che può assicurare. Ovviamente deve rientrare in una buona condizione ed è la difficoltà maggiore: ora ha energie che sono per forza inferiori a quelle del resto del roster. Se lui terrà però il livello di domenica, saremo solo contenti, perché ci ha già dato tanto, serve solo trovare un equilibrio tra carichi e minuti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA