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Domenica 24 Novembre 2024
Cantù, l’operazione Basile modello di strategia
Basket Dal colpo di mercato estivo all’esordio azzurro la scelta di Brienza e Santoro s’è rivelata vincente
Cantù è una piazza che vive per il basket, un posto dove le notizie circolano con una velocità non comune e che si confondono nella gente di ogni estrazione sociale. Un luogo dove sussurri diventano romanzi o addirittura favole, come nel caso di Grant Basile. Ma ci perdonerete se racconteremo, stavolta, la storia di un vero momento di sport, che ha reso felice un’intera comunità.
È il 20 giugno quando Nicola Brienza firma per l’Acqua S. Bernardo. Da quel momento Pallacanestro Cantù si tuffa nella nuova stagione e comincia a fare mercato. Si lavora su chi resta e chi parte, con l’intenzione di pensare agli stranieri, come di norma, dopo aver completato il gruppo degli italiani.
Arriva, allora, una telefonata che impone una riflessione approfondita. Quindi, mentre si confermano le partenze di Nikolic e Bucarelli e mentre ci si guarda in giro sui possibili sostituti, l’attenzione, di colpo, si sposta parallelamente sul fronte stranieri.
Amici di vecchia data
A telefonare è Massimo Rizzo, procuratore di Grant Basile e amico di vecchia data di Sandro Santoro, gm brianzolo, dai tempi in cui si sfidavano nelle giovanili pugliesi. Il procuratore chiede se a Pallacanestro Cantù possa interessare il giocatore, in possesso del passaporto italiano, sul quale costruire un progetto di prospettiva in virtù dell’eventualità di essere convocato in Nazionale e il conseguente cambio di “status” da non formato a formato.
Sorge il primo problema. Il giocatore è sotto contratto con Tortona e la risposta di Santoro è lapidaria: «Possiamo parlarme solo se sarà libero». Evidente che la risposta del gm di Cantù confermasse l’interesse per l’operazione, senza però dover lavorare per chiunque che , se tutto confermato, ne avrebbe avuto vantaggi esclusivi sotto ogni punto di vista.
Nel frattempo, si torna al vecchio programma in attesa di novità sostanziali. In tempi brevi Cantù completa il nucleo degli italiani, a eccezione del lungo titolare, ma contestualmente Tortona decide di uscire dal contratto di Basile liberando il giocatore. Rizzo chiama Santoro. Che risponde: «Ora sì, possiamo parlare» anche se continua la ricerca di un giocatore Usa nello stesso ruolo.
Nel frattempo, si fa la corte a Paul Biligha che fatalmente, o non troppo, si accasa proprio a Tortona, dopo che Cantù si era spinta oltre le soglie economiche della serie A2. A pensare male si fa peccato ma spesso ci si prende: che la strategia fosse quella di alzare le quotazioni di Biligha per spingere Tortona a uscire dal contratto di Basile? Nostra deduzione, comunque, più che un qualcosa confermato nei fatti. Immediatamente dopo, Cantù va su Possamai e si prepara a ciò che avverrà.
Luglio, la trattativa decolla
Siamo a luglio, si comincia a entrare nel vivo della trattativa, si approfondisce il regolamento Fip sul cambio di “status” del giocatore senza tralasciare dettagli e, una volta completati i passaggi, si procede a trovare un accordo, dopo che Nicola Brienza dà la sua approvazione. Santoro mette sotto contratto Grant Basile per due anni e tutte le risposte vengono trasferite al campo, dove il tecnico completa un lavoro sul quale, fino a venerdì, pochi credevano, a cominciare proprio da Santoro, Brienza e Rizzo.
Il resto, e non è un fatto da poco, lo ha fatto Grant Basile. Un ragazzo con le idee chiare, la stoffa del campione che guarda all’obiettivo senza ansie, ma con il coraggio di chi sa bene cosa è necessario per diventare un giocatore importante. Un ragazzo ben consapevole che se oggi realizza il suo sogno è perché ha avuto nell’allenatore e nei compagni di squadra quanto di più prezioso serve per realizzare obiettivi ambiziosi come la sua gara contro l’Islanda.
Tutto questo però, per chi conosce Grant Basile, rappresenta il punto di partenza. Partiva da un sogno che oggi diventa realtà, ma - come ha già detto a qualcuno - «ora andiamo a prenderci in campionato quello che dobbiamo».
I campioni non si costruiscono solo in palestra. Lo si fa guardando al loro interno, partendo dai desideri, da un sogno e da una visione. Devono avere una grande capacità di sacrificio, devono essere sempre i migliori, devono avere abilità e volontà. Ma la volontà, in ogni momento, deve essere più forte dell’abilità. Questo è ciò che si vede in Grant Basile, atleta - ancor meglio un ragazzo - che gioca solo con quello che può controllare. Diteci voi se non è un campione.
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