Cantù-Mc Gee, quante aspettative su di lui

Mercato In attesa del secondo colpo – molto probabilmente sarà un “4” – alla voce stranieri, Cantù si è assicurato uno specialista nel tiro,

Esterni stranieri, che passione. Cantù - e con lei tante altre squadre -, per il ruolo di guardia e play spesso virano su giocatori americani o comunque non italiani. In quei ruoli, guardando fuori dai confini si trovano spesso atletismo, qualità e maggiori scelte. Specialmente dallo sterminato mercato statunitense.

Negli anni di serie A2, Cantù ha sempre operato scelte in questo senso, affidando almeno uno dei due slot per gli stranieri a un giocatore non italiano.

In attesa del secondo colpo – molto probabilmente sarà un “4” – alla voce stranieri, Cantù si è assicurato uno specialista nel tiro, un giocatore esperto come Tyrus McGee. Che, peraltro, non è solo uno da servire bene fuori dall’arco in attesa di una sua tripla, ma è anche un giocatore che con il suo atletismo può battere il difensore e attaccare il ferro o segnare in avvicinamento.

Piccoli, meglio se Usa. Come successo il primo anno di A2, nel 2021/22. Coach Marco Sodini ebbe in dote due esterni statunitensi, quasi intercambiabili. Uno – un fenomeno – fu Robert Johnson, una combo-guard che fece letteralmente innamorare i tifosi canturini, lasciandoli poi a bocca asciutta rifiutandosi di vaccinarsi.

Ricordate? Era uno degli obblighi imposti ai dilettanti, serie A2 di basket compresa, per poter addirittura accedere agli impianti sportivi, regola non prevista per i professionisti.

Lasciò il posto e Cantù, in fretta e furia, con un’operazione che fu acconsentita per “cause di forza maggiore”. Si scelse, pescandolo nella lega finlandese, un play dalle doti atletiche non indifferenti: Zack Bryant. Tanto atletismo, qualche partita niente male in campionato ma poca mira… E playoff deludenti.

Così come furono deludenti, sempre in quella stagione, i playoff di Trevon Allen, altro play-guardia, intercambiabile con Johnson, che giocò una più che discreta stagione fino a gennaio. Poi, “fuggito” Johnson, il suo rendimento crollò.

Con Meo Sacchetti, la stagione successiva, si cambiò rotta. Come lungo fu scelto Dario Hunt, ex Brescia. Cantù puntò tanto su un play comunitario, il croato Roko Rogic, elemento ritenuto affidabile e nel giro della nazionale croata.

Una stagione, la sua, con troppi alti e bassi. E fu di fatto sostituito, pur rimanendo nel roster mezzo infortunato, con l’arrivo per i playoff di David Logan, reduce dalla trionfale salvezza con Scafati. Altro giocatore di grande impatto e spessore, ma che non riuscì a incidere nei playoff che Cantù poi perse in semifinale contro Pistoia.

Un play dinamico, abilissimo contropiedista, bravo nel rubare palla, ma forse troppo “innamorato” del pallone: questo Anthony Hickey, il giocatore scelto dalla società la scorsa stagione.

Un giocatore la cui stagione è stata positiva, ma che le nuove scelte tecniche hanno consigliato di non confermare. E che la S.Bernardo ritroverà da avversario quando nel prossimo campionato affronterà Udine.

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