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Mercoledì 05 Marzo 2025
Come stai, Dele?
La storia del giocatore del Como raccontata a Gary Neville per il canale “The Overlap”: «Ho pensato davvero di mollare il calcio»
Come stai, Dele? Oggi tutti i tifosi del Como si pongono questa domanda, per capire se effettivamente Dele Alli, che per anni ha incantato i tifosi della Premier League con la maglia del Tottenham, potrà tornare quello di un tempo.
Come stai, Dele? Con questa stessa domanda, tanto banale quanto potenzialmente profonda, era iniziata l’intervista alla stella inglese pubblicata dal canale “The Overlap” di Gary Neville, datata luglio scorso. Un video di 43 minuti in cui Dele Alli, con coraggio e lucidità, ha raccontato la sua vita fuori dal campo, ricordando all’opinione pubblica l’importanza di tener sempre conto, nella valutazione di un calciatore, che la sua carriera non deve mai essere scissa dalla biografia.
I problemi di salute mentale, la dipendenza dai sonniferi, la caduta dopo aver raggiunto (forse troppo presto) l’apice della carriera.
Infanzia
Una serie di difficoltà affrontate fin dall’infanzia: Dele cresce senza il padre, che poco dopo la sua nascita vola negli Stati Uniti. Così, l’unica persona ad occuparsi di lui è la madre la quale, però, soffre di problemi legati all’alcol: «A sei anni sono stato molestato da un’amica di mia madre – rivela a Neville -. Mi hanno mandato in Africa per imparare la disciplina, poi sono stato rimandato indietro. A sette anni, ho iniziato a fumare. A otto, ho iniziato a spacciare droga. Una persona più grande mi diceva che non avrebbero mai fermato un ragazzo in bicicletta: giravo con il mio pallone da football e la droga»
Una situazione complicata che si protrae fino ai 12 anni, quando arriva la prima svolta positiva della sua vita: Dele Alli viene adottato dagli Hickford, una famiglia di Milton Keynes il cui figlio giocava insieme a lui nella squadra della città. Questo è il club in cui, tra giovanili e prima squadra, crescerà prima di essere notato e prelevato dal Tottenham. Poi il debutto con il club londinese, le prime stagioni da protagonista e la finale persa con il Liverpool. Poco dopo, però, inizia il crollo, fisico ed emotivo.
«Straziante»
«Avevo 24 anni, Mourinho era l’allenatore. Una mattina mi sono svegliato per andare ad allenarmi: ricordo di essermi guardato allo specchio, chiedendomi se potevo smettere. È stato straziante anche solo aver avuto quel pensiero a 24 anni, voler abbandonare la cosa che amavo. Il calcio mi ha salvato la vita, devo tutto al calcio, ma non è così facile come tutti pensano. Sì, hai soldi, puoi fare un sacco di cose che non saresti in grado di fare senza, ma mentalmente, non penso che le persone riescano a capire cosa può farti».
«Il rifiuto, il semplice fatto di sentirsi dire che non sei abbastanza bravo, il combattere ogni giorno. Anche una cosa banale come perdere una partita può avere effetti mentali. Ma devi essere pronto, sorridere il giorno dopo. Quando non lo sei, è un problema».
Everton e Besiktas
Nel gennaio 2022 Dele Alli è passato all’Everton trovando poco spazio. La stagione successiva, viene preso in prestito dal Besiktas (segna 3 gol in 15 partite). Ma i problemi fuori dal campo non hanno ancora conosciuto la parola “fine”: «Sono diventato dipendente da sonniferi e droghe. L’ho nascosto per tanto tempo perché avevo paura. Dopo essere tornato dalla Turchia ho pensato di fare riabilitazione. Questo sono decisioni che devi prendere da solo, altrimenti non funzionerà. Ero intrappolato in un circolo vizioso. Ogni giorno mi svegliavo pensando di vincere la lotta con me stesso, andando ad allenarmi, sorridendo, mostrando che ero felice. Ma dentro, stavo decisamente perdendo la battaglia ed era tempo di cambiare. Mi dicevo che non ero un tossicodipendente, ma lo ero sicuramente».
Ed eccoci qui. Dallo scorso 26 dicembre il classe ’96 si allena con il Como (ha firmato un contratto di 18 mesi con opzione di prolungamento per altri 12) e domenica scorsa era in panchina nella sfida contro la Roma.
«Siamo qua per aiutarlo, sperando possa tornare quello di una volta», ha dichiarato Fabregas in una delle ultime conferenze stampa. Ora non resta che dargli fiducia anche in campo.
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