Como avanti a piccoli passi

Situazione Due scontri diretti, due punti. Il salto in avanti non c’è stato, la situazione del Como in classifica è cambiata poco. Ma ha raggiunto il Verona

Due scontri diretti, due punti. Il salto in avanti non c’è stato, la situazione del Como in classifica è cambiata poco. E due potenziali grandi occasioni per tirarsi fuori dalla zona pericolosa se ne sono andate. Vero, le condizioni in cui si è giocato a Venezia erano ai limiti dell’impossibile, e nonostante questo il Como ha provato a giocare come sa. Ma se la partita, proprio per il clima in cui si è disputata, resta difficile da giudicare, sarebbe ingiusto dire che il Como abbia strameritato di vincerla. Anzi, ha persino rischiato di perderla.

C’è chi vede il bicchiere più pieno e chi più vuoto, come sempre. Cesc Fabregas, almeno a parole, fa parte della prima categoria. E il suo parere è chiaramente più pesante di qualsiasi altro, il suo ottimismo è importante e confortante. Ma la realtà dice che il Como ancora una volta ha preso gol al primo tiro in porta degli avversari, che non è riuscito a concretizzare a sufficienza nemmeno con il vento, e che vento, a favore. E che è stato comunque anche aiutato da un autogol abbastanza clamoroso. Non si può dunque parlare di una partita sfortunata, alla resa dei conti.

I fatti dicono che il Como continua a non vincere. Che non ci è riuscito nemmeno contro le ultimissime della classe, Monza e Venezia. E che, anche andando un po’ a ritroso, non c’è riuscito contro nessuna delle ultime otto in classifica, a parte il Verona.

E ora, da qui alla fine del girone di andata, resta un solo scontro diretto, quello del 30 dicembre in casa contro il Lecce, bastonato nell’ultimo turno proprio dalla Roma, prossimo avversario del Como domenica. E poi, ci sarà l’Inter.

Tra le cose positive della serata di Venezia, sicuramente il ritorno da titolare di Belotti e il suo gol. Il secondo della stagione, l’altro è stato segnato contro il Verona, dunque due reti comunque decisive nella lotta salvezza. E ci si chiede anche perché sia stato tolto prima della fine, ma evidentemente Fabregas se lo ha fatto ha avuto le sue ragioni. Se questa gara cambierà le gerarchie in attacco lo capiremo solo nelle prossime partite, tema interessante. E poi, tra le cose positive, indubbiamente ci sono state le discese e le intuizioni di Van der Brempt, che hanno fruttato due gol. Il giocatore più decisivo, alla resa dei conti. Due luci nella tempesta di Venezia.

Qualcosa d’altro di buono si è visto, sicuramente, ma se ancora non è bastato non si può dare la colpa solo al maltempo e al vento. Che peraltro ha favorito e sfavorito nella stessa misura anche gli avversari. Se il gol da calcio d’angolo che ha ingannato Reina può essere anche stato provocato da una folata ingannatrice, nel primo tempo era il Como ad attaccare da quella stessa parte, tanto per essere chiari. E una stessa situazione così favorevole non è riuscita a crearla.

Non si può, certamente, ridurre tutto a questi episodi, vero. Ma la realtà comunque è che quello che il Como sta facendo non basta. Due mesi e mezzo senza vittorie non sono sfortuna. Sono problemi. A fronte di una parte bassa di classifica in cui di fatto l’unica squadra che sta crollando è il Verona. Che comunque in questo momento è alla pari del Como e che nel prossimo turno giocherà una sorta di scontro diretto a Parma.

Ancora più diretto sarà l’incrocio tra Lecce e Monza, in casa dei pugliesi. Mentre il Venezia sarà in casa della Juve, il Cagliari ospiterà l’Atalanta e il Genoa sarà a Milano con il Milan. Sulla carta, scontri un po’ più difficili di quelli del Como, anche se la Roma con l’arrivo di Ranieri è in crescita.

Ma non essendo serviti gli scontri diretti, e considerato che le partite migliori sono state giocate contro le prime in classifica, a questo punto si deve sperare in questo. Nel fatto che il modo di giocare del Como possa essere più efficace contro le grandi. E chissà che non possa essere davvero così.

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