Como, è già festa: tre giorni liberi come premio

Fabregas e i suoi, un gruppo sempre più solido e competitivo

Gli ottimisti sulla salvezza del Como si dividono in due categorie: quelli che la considerano fatta, indipendenti dai risultati delle (ipotetiche) rivali); e quelli che si fidano della matematica, e calcolano i punti di distacco. Beh, stavolta tutti d’accordo. L’ultimo turno ha premiato il Como andato a vincere con autorità sul campo del Monza, e gli azzurri sono passato all’incasso il giorno successivo, cioè ieri con il pareggio di tutte le dirette concorrenti: Verona, Parma, Cagliari, Empoli e Venezia. In particolare il vantaggio sulla terzultima, che è l’Empoli, è salito da 7 a 9 punti, a sette giornate dalla fine. E con il calendario che aspetta il Como (Torino, Lecce, Genoa, Parma, Cagliari, Verona, Inter), c’è tutto per considerare centrato l’obiettivo. E a proposito di calendario, c’è chi sta molto peggio, come leggete nella scheda qui a fianco. Il Parma è sicuramente quella che ha il cammino più difficile, visto che dovràa affrontare cinque squadre (su sette partite) di primissima fascia; il Lecce non sta molto meglio con quattro big. E anche Empoli e Venezia hanno le loro gatte da pelare.

Spirito

Ma quello che convince è lo spirito, la voglia di attaccare, che va registrata nei modi e nei tempi, ma che è frutto di una mentalità aggressiva e pure di una rosa di qualità, superiore a quelle delle (ex?) dirette concorrenti.

La sentenza l’ha data anche l’allenatore Davide Ballardini, esperto di lotta salvezza, oggi fuori dal giro, che l’altro giorno è stato netto: «Il Como? E’ già salvo, non c’entra nulla con la lotta per salvarsi». E lo aveva detto quando Verona e Como avevano gli stessi punti e aveva detto che quota 30 per i veneti non era ancora un’ancora di salvezza assoluta. Capito?

Liberi

Intanto per farvi capire l’aria che si respira nello spogliatoio, pare che Fabregas abbia concesso come premio partita tre giorni di riposo ai suoi giocatori. Si ritroveranno mercoledì mattina. Non è la prima volta che lo fa, era successo anche dopo il successo sul Napoli (quella volta erano stati due) una novità per lui, che invece pretende la presenza del gruppo sul campo sempre il giorno successivo la gara, lasciando come riposo il secondo giorno dopo la partita. La sua maniera per creare gruppo, per entrare nella testa e nel cuore dei giocatori, quelle concessioni che fa al gruppo quando tutto funziona bene, quando il duro lavoro, meticoloso, asfissiante a livello tattico, fatto a Mozzate dà i risultati sperati. E allora tutti a casa, con una pacca sulla spalla. E il gruppo è più allegro, più motivato, più voglioso di raggiungere gli obiettivi.

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