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Giovedì 02 Gennaio 2025
Como, un mercato di qualità: per crescere ancora
Trattative Il nome di Diao non è l’unico, Fabregas pensa anche al futuro per una squadra sempre più aggressiva
Il marchio di Fabregas. Lo avevamo detto, giocando con le parole, tre mesi fa, per sottolineare l’influenza del tecnico nel mondo Como. Ci tocca rispolverare il calembour per unire i puntini tra le certezze e i verdetti di Como-Lecce da una parte, e le prime mosse di mercato, già partito a 200 all’ora, dall’altra. Partiamo dalla coda, cioè dal mercato. Pare fatta per vedere in azzurro il senegalese naturalizzato spagnolo Assane Diao, un giovane (18 anni) esterno del Betis di cui in Spagna si dicono meraviglie. Marchio di Fabregas: perché la prima sua preoccupazione è stata avere un esterno offensivo alternativa a chi c’è già in quel ruolo: si tratta di un uomo capace di saltare l’uomo e soprattutto si tratta di un elemento di prospettiva, una operazione di mercato (se andrà in porto) che fa capire la filosofia della costruzione del Como, non solo per l’anno in corso, ma soprattutto per quello che verrà. Diciamocelo chiaro e tondo: una cosa ben diversa dalle operazioni di mercato che di solito fanno le squadre in lotta per la salvezza, spesso a caccia di affidabilità, di consistenza, di manovalanza. No: qui si va a caccia sempre e comunque di estro e bellezza.
In attesa di capire, nelle prossime ore, se l’operazione Diao sarà chiusa e se a ruota arriveranno anche Marin (difensore) e Butez (portiere: c’è qualche dubbio), possiamo anche guardarci indietro. Possiamo lucidarci occhi, cervello e cuore nel replay emotivo di Como-Lecce. Partita molto meno banale di quanto possa sembrare. Un esame, fatto di tanti piccoli esami, in cui forse si può concludere che sia stato fatto un importante passo avanti nella crescita del Como sotto il... marchio di Fabregas. Il tecnico, sulla sua agenda, aveva scritte tre annotazioni: 1. più equilibrio per evitare di prendere tanti gol; 2. più soluzioni tattiche; 3. più lucidità negli ultimi metri, nell’ultimo passaggio. Passi avanti dappertutto. Il punto uno e il punto due hanno avuto identico sviluppo. Dopo aver visto un Como spesso schierato 4-2-3-1, a San Siro e con il Lecce il tecnico ha variato più moduli durante la stessa partita. Non una novità, lo diciamo forte e chiaro. A Bergamo la squadra a un certo punto si era difesa addirittura con un 6-3-1, mentre si era visto anche un 4-2-2-2 e spesso, anche lo scorso anno in fase di possesso, la squadra ha impostato a 3 dietro, sganciando (quest’anno) Moreno alto.
Ma è pur vero che con l’Inter e con il Lecce c’è stato qualcosa di diverso, con l’elastico tra Moreno e Fadera e cambiare il modulo. Una carta in più, una arma di imprevedibilità da utilizzare contro gli avversari. Che ci si aspettava da un tecnico moderno e preparato come Fabregas. Altro che modulo unico, ne ha cambiati 18 una partita, e siamo noi del giurassico che ci ostiniamo a tradurre le squadre in moduli.
Il Como ha fatto due clean sheet su tre partite, segno che il processo di equilibrio procede. Piuttosto alla voce “tre”, c’è ancora da migliorare. Anche se le quattro reti in tre partite dicono che è aumentata la dose di letalità. Ma Fadera e Strefezza (a cui, per carità, non si può contestare certo corsa, volontà e qualità) ancora, a volte, sbagliano l’ultima palla. E quando Cutrone si allarga, ci si trova senza il finalizzatore. Sprazzi di soluzione a due punte sono ancora una alternativa.
Gruppo
Va detto che il marchio di Fabregas si vede anche in un altro aspetto, che vale la pena sottolineare: il gruppo.
Molti sono stati piacevolmente sorpresi nel vedere giocatori sacrificati in panchina, nonostante lo satuts di titolare ipotetico (Audero, Belotti, Dossena e Cutrone a tratti, su tutti), essere i primi a saltare in campo come delle molle al gol o al fischio finale di una partita vinta. Il progetto di Fabregas, lo ha detto lui più volte, passa da un gruppo in cui tutti credano alla ricerca del dettaglio. Motivazione che evidentemente c’è, ed è stato bravo il tecnico a seminarla, così come i giocatori a conservarla.
Adesso su tutta questa bella favoletta, pende l’incognita di un calendario che proporrà tutte le big (o quasi) di fila contro il Como nei prossimi due mesi. Siamo sicuri che il marchio di Fabregas preveda, per questa particolare situazione, l’affrontarla come uno stimolante esame di crescita. No way.
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