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Domenica 15 Settembre 2024
Como, questa è la serie A. Non è finita finché non è finita
Il rammarico per la rimonta subita ieri dal Bologna
Questa è la serie A, bellezza. Non è finita finché non è finita. Le squadre, specialmente quelle che giocano in Europa, hanno in panchina dei potenziali titolarissimi, di qualità molto alta. E così, quella che sembrava l’apoteosi, un 2-0 meritato, che poteva essere anche 3-0 con le occasioni sprecate di Strefezza, Fadera (ma era fuorigioco) e Braunoder è diventato un 2-2 che ha ricordato la partita del 1981, quella del primo gol di Mancini ricordata più volte in settimana, e ha fatto uscire dallo stadio i tifosi azzurri con il viso di cemento (come cantava Elio). Forse anche esagerati nel dispiacere, ma sapete com’è: subire il 2-2 con due gol incassati a un quarto d’ora dalla fine e al 91’, in quella che stava diventando la festa della prima di A, è come scartare un regalo a Natale e scoprire che dentro c’è carta straccia. Questa è comunque una giornata che rimarrà nella storia, per il ritorno in A dopo 21 anni al Sinigaglia, e ce la ricorderemo per un pezzo. Se il Bologna non avesse segnato al 91’, ce la saremmo ricordati anche di più. Ma buttare nella mischia due tipi come Castro e Iling può ribaltare la frittata. Come è successo.
Ottimismo
Però, al netto del 2-2 che è arrivato tra l’alto con un gol bellissimo, alla Del Piero o alla Baggio, con un pallone a rientrare dalla destra, se vogliamo vedere le cose in positivo, è stata anche la giornata in cui, teoricamente, la squadra ha dimostrato una volta di più di poter stare in questa serie A. Ha raccolto meno di quello che avrebbe meritato. Forse anche a causa di cambi non azzeccatissimi di Fabregas. Al quale però va dato il merito (fondamentale) di aver azzeccato alcune mosse a sorpresa, quelle che hanno partorito il vantaggio iniziale. Pur non toccando l’impianto 4-2-3-1, oltre a quella di Audero al posto di Pep Reina, annunciata e necessaria, ha effettuato tre mosse rischiose, coraggiose, rumorose come un guanto di sfida. 1. Paz dall’inizio, nel ruolo di sotto punta, dopo aver fatto la finta in conferenza stampa di volerlo preservare. Ma lo aspettavano tutti, si parla molto di lui, e anche ieri ha incantato dimostrando una personalità e una qualità destinate a farlo decollare verso chissà quali pianeti in futuro. Ma non era una decisione facile. 2. Ancora più a sorpresa, la mossa di schierare Fadera a sinistra per Da Cunha. Il ragazzo è spumeggiante, coraggioso, fastidioso per le difese avversario come una puntina da disegno nel sedere. E’ acerbo, vero, sbaglia spesso l’ultima giocata, ma è stata anche questa una mossa azzeccata, perché elemento fondamentale nel migliore momento del Como (peraltro durato s lungo, anche se a sprazzi, sino al 15’ della ripresa); 3. schierare un centrocampo a due, Moreno-Sergi Roberto che molti ipotizzavano leggerino, senza l’incontrista. Si pensava che i due avrebbero potuto stare meglio in un centrocampo a tre spalleggiati da Mazzitelli, ma il cervello là in mezzo ha funzionato, seppur senza fare cose travolgenti.
Sorprese
La notizia, alla lettura delle formazioni era che Fabregas si conferma uomo imprevedibile, coraggioso, disposto a far sedere un nome pesante come Belotti, pur di ricorrere a gioventù e imprevedibilità. Promessa mantenuta. Però... Però i primi due minuti del secondo tempo, ci avevano detto che l’aria era cambiata. Pochi lo hanno notato, ma due palle pericolose, alla fine innocue, ma potenzialmente letali, dicevano che il Bologna era tornato in campo con altro piglio. Non è bastato il favoloso 2-0 di Cutrone, e le illusioni di tre palle gol che avrebbero chiuso il match. Però la sensazione è che forse Fabregas con i cambi avrebbe potuto fare altro. Ad esempio, togliere Paz negli ultimi minuti, che sembrava andare un po’ a rimorchio, non più tanto lucido. Dettagli di cui non parleremmo nemmeno se Iling junior non avesse pescato il jolly con quel gol clamoroso (ma Moreno gli ha lasciato troppo spazio). Però in serie A, Fabregas lo sa, sono i dettagli che fanno i fatti. Prendiamo il buono: questo Como ha coraggio e personalità e può davvero essere una sorpresa del campionato. Anche ha solo due punti. E ora deve andare a Bergamo.
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