
(Foto di Cusa)
Per 40 anni abbiamo raccontato le gesta di Milan-Como con la neve del 1985 Quella squadra e questa in 28 partite hanno fatto gli stessi punti. Eppure è tutto diverso...
Nicola Nenci
Fosse anche l’ultima volta che lo facciamo (impossibile: lo faremo sempre), per parlare di Milan-Como oggi apriamo il libro dei ricordi di quella stessa partita ma del 1985. Quella leggendaria del 13 gennaio, campionato 1984-85 finita 2-0 per il Como. Per chi c’era, una pagina indelebile della storia azzurra. E anche un po’ per chi non c’era. Perché da 40 anni parliamo di quella partita? E soprattutto, che valore aveva rispetto a quella di domani? Due domande cui cerchiamo di dare una risposta, celebrando così il ricordo di quel giorno in maniera diversa dal solito. Perché da 40 anni parliamo di quella partita? Era il primo anno in A del famoso quinquennio, a San Siro il Como ci era stato l’ultima volta solo tre anni prima ma fu un 1-1 triste di una stagione disgraziata.
Quel giorno del gennaio ’85, ci fu un grande esodo dei tifosi, meno corposo di quello (già storico) di domani, ma comunque importante, frutto del gemellaggio di allora tra le due tifoserie. Il Como era 11° (su 16 squadre) con 13 punti, il Milan era quinto con 17. Era un Milan non brillantissimo che stava preparando l’epopea Berlusconi (sarebbe arrivato l’anno dopo); il Como era la squadra rocciosa che non avrebbe mai perso in casa in tutto il campionato con Bianchi allenatore. Il Como vinse 2-0,a sorpresa, nel giorno che diede il via alla grande nevicata del 1985, grazie alle famose scarpette da calcetto fatte arrivare da Hansi Muller (tedesco del Como). Marchio Adidas: fossimo la casa tedesca, che è l’ attuale sponsor tecnico del Como, ci avremmo fatto un amarcord. Il successo (reti di Matteoli e Bruno), la neve che aveva reso l’ambientazione così particolare, persino l’errore sul tabellone, che riportava Butti come marcatore, tutto quel giorno diventò leggenda. Ma quanto valeva quel successo? Il primo paragone che ci è venuto in mente di fare, è quello legato ai punti. Il Como di Fabregas ne ha ottenuti 29 in 28 partite sino ad ora. Ebbene, anche il Como di Bianchi, se calcoliamo 28 giornate di quel campionato, aveva fatto 29 punti. Oddio, non è un paragone veritiero. Abbiamo calcolato i tre punti per vittoria, ovviamente,ma in 28 giornate allora la squadra aveva praticamente ultimato tutto il torneo (30 giornate), già affrontando tutte le avversarie. Paragone filosoficamente un po tirato, ma aritmeticamente suggestivo. Dunque il Como molto “sulle sue” di Ottavio Bianchi, molto attento a non prenderle, che aveva la difesa meno battuta in casa della storia (di quei soli due gol incassati al Sinigaglia, uno fu un rigore e l’altro un autogol), che faceva di difesa e contropiede il suo canovaccio tattico, prese gli stessi punti del Como di Fabregas completamente diverso nell’approccio, nella filosofia nell’atteggiamento, tutto votato all’attacco.
Questo Milan-Como ci pare più nobile di quello là, sarà per via di tutto il carrozzone-calcio che 40 anni dopo è sicuramente più luccicante, più attento allo spettacolo. Sarà che a San Siro c’è sold out anche per un Milan in crisi (allora il sold out a San Siro era difficile immaginarlo in stagioni grigie), sarà perché il Como sta scrivendo una storia luminosa, assolutamente imparagonabile a quanto visto qui dalla notte dei tempi. E sarà anche perché allora, a fare da leggenda, c’era la vittoria di una squadra che stava recitando il suo ruolo di neopromossa con tutti i crismi tipici del copione.
Una tifoseria che non aveva assolutamente la sensazione di un lieto fine certo, anzi. Del diman non v’era certezza. Adesso è diverso: e seppur toccando tutti i ferri del mondo, è normale che il “sentiment” è quello di chi in serie A ci starà a lungo. Torniamo ai punti: se paragonati a quelli raccolti dal Como nelle 13 stagioni in serie A, dopo 28 giornate, la classifica della storia sarebbe questa: 1. il Como 1950-51 di Varglien con 46 punti; 2. il Como 1949-50 di Varglien con 35 punti; 3. il Como 1951-52 di Mazzoni e quello 1985-86 di Clagluna-Marchesi con 33 punti; 5. il Como 1980-81 di Marchioro e quello 1986-87 di Mondonico con 30 punti. 7. il Como 1952-53 di Winkler, quello 1985-85 di Bianchi e quello 2024-25 di Fabregas con 29; 10. quello del 1987-88 di Agroppi-Burgnich con 27 punti; 11. quello 1988-89 di Marchesi-Pereni con 26 punti; 12. quello 2002-03 di Dominissini-Fascetti con 20 punti; 13. il Como del 1975-76 di Cancian con 19 punti; 14. quello di Marchioro 1981-82 con 16 punti.
Chi avrà letto questa classifica avrà pensato: fra poco saremo più su, garantito. Nel frattempo, a ricordarci che questo Milan-Como vale già tanto, l’esodo incredibile e mai visto di 5000 tifosi azzurri a San Siro. Che ci ricordano come paragoni forse sarebbe meglio non farne.
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